domenica 30 dicembre 2007
CHE CARATTERE CONTRO I GRANDI REDS!
lunedì 24 dicembre 2007
GLI AUGURI DI ALEX MARIANI
lunedì 17 dicembre 2007
CITY-BOLTON 4-2: PROVACI ANCORA, SVENNIE!
D’accordo che gli avversari fossero belli tosti, che le assenze di Elano e di Ireland fossero assai gravi e che il principe croato Vedran Corluka, per la prima volta in stagione, battesse in testa, strafatto dalla stanchezza fisica. Ma lì in mezzo al campo qualcosa andava corretto per appoggiare di più gli attacchi con e senza palla incessanti dei vari Bianchi, Vassell e Petrov. Ecco allora la mossa che ha ribaltato in pochi minuti l’esito dell’incontro: fuori l’evanescente Gelson Fernandes, dentro l’ennesimo talento in arrivo dall’Accademy del genio Jim Cassell: il nigeriano tuttofare Kevin Etuhu.
A due minuti dall’inizio della ripresa è arrivato il pareggio, su tiro di Didi Hamann dal limite deviato, frutto però di una stratosferica percussione del nuovo entrato sulla fascia destra. Poi il derby si è fatto ancora più emozionante, col risultato in bilico per la scelta dei due manager di affrontarsi fino al termine a viso aperto. Nuova grande occasione per Anelka sventata alla grandissima da un attento Isaksson e poi, al 77°, la rete decisiva - di tacco! - di un rigenerato Darius Vassell. Il Bolton si è messo ad attaccare disperatamente cozzando contro la linea Maginot creata ad arte da Svennie. A nostra disposizione si sono presentate ampie praterie ma già altre volte avevamo dilapidato occasioni da rete una via l’altra. All’extra time, stavolta, è emersa nitidamente una qualità che rende famoso l’ex allenatore della Lazio: l’abilità nell’insegnare in pochissimo tempo schemi di gioco raffinati ai suoi calciatori. Il nostro quarto gol, marcatore il “baby” Etuhu, è infatti giunto al termine di un’azione travolgente a uno, massimo due tocchi. Ora siamo tornati lassù, dove osano le aquile, al quarto posto: provaci ancora, Svennie!
martedì 11 dicembre 2007
SPURS-CITY 2-1: IL BICCHIERE E' MEZZO PIENO!
Bisogna sempre vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto! Questa è la prima considerazione che ho fatto all’indomani della sconfitta dei nostri Blues a White Hart Lane, il bellissimo tempio dei Tottenham Hotspurs. Sono passati poco più di sei mesi dalla stessa trasferta conclusa con l’identico risultato, eppure … Eppure sembra passato un secolo, considerando la differenza che è maturata in questo breve lasso di tempo fra il club londinese dell’East End e il nostro City!
Allora la sconfitta arrivò all’ultima gara di una stagione esaltante per loro, che conquistarono in pompa magna la qualificazione alla Coppa UEFA subito dietro all’agguerrito quartetto delle Top Four. Per noi, invece, quella partita significò la fine di un lungo, penoso calvario. Stuart Pearce, il nostro mitico Mr Psycho, aveva raschiato il fondo del barile per mettere insieme una rosa di giocatori appena sufficiente a conquistare la permanenza nella Premier League. Una delle linee d’attacco più deboli della nostra storia ci aveva fatto conquistare il poco invidiabile record del minor numero di reti segnate in casa. E, soprattutto, il debito societario si stava consolidando a livelli pericolosi: solo un miracolo poteva rilanciare le ambizioni del nostro board e, amici miei, il miracolo avvenne!
Il povero Pearce fu allontanato subito dopo quella gara e, un po’ per volta, nacque il nuovo Manchester City. Ambizioso, rinnovato, alla ricerca di un’affermazione definitiva fra le grandi d’Europa, il nostro club sta veleggiando, pur fra qualche inevitabile incidente di percorso, nei primi posti della classifica. Invece gli Spurs, club ricco anche perché legato alla lobby esclusiva dell’alta finanza ebraica, ha fatto un buco nell’acqua! Contro tutti i pronostici della vigilia di questa stagione, che li vedeva combattere spalla contro spalla per il titolo inglese, gli yelds londinesi hanno perso una gara dopo l’altra costringendo il board all’esonero del pur bravo manager olandese Martin Jol: la squadra è stata da poco affidata all’ex mago del Siviglia Juande Ramos, ma risalire in alto non sarà facile neanche per lui. La loro tifoseria, incredula, ha dovuto ingoiare bocconi amari in quantità industriale e, domenica scorsa, ha gioito come non mai per il tardivo gol della vittoria di Jermaine Defoe su un City discreto ma piuttosto danneggiato sia dalle assenze gravi di Didi Hamann (squalificato) e di Elano Blumer (infortunato ma pronto al rientro) sia da una evidente svista arbitrale sul primo gol avversario segnato con la mano e in fuorigioco da Pascal Chimbonda.
Or bene, a parte la grande gioia per il provvisorio pareggio di testa un Rolando Bianchi appena entrato dalla panchina, noi torniamo sconfitti ma saldamente al quarto posto di una classifica che, al vertice, annuncia scoppiettanti novità, come la contemporanea sconfitta di Arsenal e Liverpool. Non perdiamoci d’animo, amici Blues: abbiamo servito un buon brodino ad una ormai ex grande, ci attendono altre emozionanti battaglie per confermare che non siamo più il pallido, derelitto club di Pearce e McIntosh della scorsa stagione. Noi siamo lo squadrone di Shinawatra e di Eriksson, destinato a rinverdire i fasti del City di Malcolm Allison e di Joe Mercier: e un po’ per volta ce la faremo!
martedì 4 dicembre 2007
BLUE SENSE OF HUMOUR
Tutte tranne una che rappresenta alla perfezione il modus vivendi di ogni Citizen dalla culla alla bara: l’orgogliosa contrapposizione verso quei tifosi rags, la stragrande maggioranza, incapaci di disquisire civilmente di calcio con chiunque non tifi per il loro club.
La storiella in questione, postata da un certo Peter Rockcity (!!!) Blue, è la seguente: un piccolo tifoso del City sta andando a scuola assieme a un suo compagno, un tipo decisamente soprappeso, accanito fan del Man U.
“Noi siamo i migliori!” proclama quest’ultimo con tipica espressione bovina e domanda:”Ma tu perchè tieni al City?”.
“Sai” replica tranquillo il primo “nella nostra famiglia mia madre, mio padre, mia sorella, i nostri quattro nonni sono tutti nati a Manchester e tengono al City dalla nascita: per questo ritengo naturale essere del City anch’io!”.
Un lampo di malignità perversa si fa luce nello sguardo del piccolo e grasso rag che replica sprezzante:”E allora cosa faresti se tuo padre fosse un filibustiere usuraio, tua madre una meretrice e i tuoi quattro nonni tutti ladri matricolati?”
“Beh in quel caso” ribatte serafico il piccolo fan degli Skyblues “avrei scelto senz'altro di fare il tifo per il Man U !”.
lunedì 26 novembre 2007
I SEE THE BLUE MOON RISING!
Io vedo sorgere la Luna Blu
Io vedo arrivare momenti di gioia,
Io vedo il City scalare posizioni in classifica,
Io vedo che i tempi buoni stanno arrivando.
Usciamo stanotte, è sicuro che va tutto bene,
perché sta per cominciare una partita del City.
Io vedo i fans del City inneggiare,
io vedo che la fine non è all’orizzonte.
Io vedo che la birra scorre a fiumi,
io ascolto il suono di pura delizia.
Spero che il tuo passaporto sia in regola,
spero che tu sia ben preparato per volare.
Sembra che siamo pronti per le partite in Europa,
lo sai che siamo del City fino alla morte!*
martedì 13 novembre 2007
QUEL TACKLE DEL CAPITANO
martedì 6 novembre 2007
CITY-SUNDERLAND 1-0, IL SOGNO CONTINUA!
Con uno shoot destro di terrificante potenza e precisione del 19enne Stephen Ireland su cross al bacio dall'out sinistro del redivivo Darius Vassell, un City cinico e spietato come non mai regola le bellicose truppe dei Black Cats di Sunderland. Con Elano e Petrov praticamente nulli e Johnson sostituito dopo un tempo per via di un ginocchio malandrino e da operare al più presto, il primo tempo è stato francamente orripilante. Ma nella ripresa gl'innesti operati da Svennie - Vassell per Johnson subito, Bianchi per Mpenza dopo dieci minuti - hanno dato una scossa salutare alla nostra manovra offensiva e il gol della vittoria, davvero stupendo, è arrivato al 66° minuto fragrante come un gianduiotto di Peyrano. L'uomo partita, anche stavolta, è stato però l'immenso centrocampista tedesco Dieter Hamann. Rivitalizzato, dopo un lungo periodo d'oblio, dal tecnico svedese, Didi ha un viso d'angioletto ma i garretti d'acciaio e usa spesso i tacchetti delle sue scarpette come certi cavalieri di ventura nel lontano Medio Evo usavano i loro speroni. Didi può essere chiacchierato fuori dal campo per certi suoi comportamenti un po' arroganti, ma sul terreno di gioco, con buona pace del querulo e fastidioso telecronista di SKY Massimo Marianella, non fa sconti a nessuno! I picchiatori, nel mondo del calcio, ci sono sempre stati e mai smetteranno di esistere: il calcio, caro Marianella, non è certo uno sport per educande e quello british più di tutti, quindi ... quite, please, o meglio: statti citto! Chissà cos'avrà pensato di certi interventi del centrocampista ex Liverpool il manager del Sunderland: si sarà sentito più giovane, vero, amici? Forse è per questo che si alzava di continuo durante la gara di ieri per lamentarsi col ref di turno? Macché! Roy Keane deve aver rivisto in Hamann se stesso quando, con la maglia dei nostri abominevoli vicini rags, recitava il ruolo di giustiziere delle palle sporche e, talvolta, di attentatore delle carriere altrui. Ecco perché, al fischio finale, abbiamo pensato con una certa gioia al nostro caro ex Alfie Halaand: una vittoria così non vale solo il consolidamento del terzo posto in Premier a soli due punti dalla vetta. Vale di più, molto ma molto di più, e i miei cari amici citizens dai capelli argentati sanno bene a cosa mi riferisco!
giovedì 1 novembre 2007
L’UOMO CHE FECE SEGNARE PELE’ IN UN FILM
La meravigliosa e immaginifica astronave, costruita in occasione dei Giochi del Commonwealth nel 2002, è da un paio d’anni ormai la nuova casa del City sostituendo, fra mille proteste dei fans più affezionati, il glorioso tempio calcistico del Main Road.
Escono a frotte, mischiati gli uni agli altri, giocatori, membri dei board e staff tecnici dei due club che si sono appena affrontati. Qualche ragazzino, accompagnato dai genitori, li ferma per una foto e un autografo e loro, con gran professionalità, si concedono con ampi sorrisi.
Accanto a me assistono indifferenti a questo assalto della folla uomini e donne dai 50 anni in su. Loro attendono, pazienti, che esca da un momento all’altro uno degli eroi del City vincente a cavallo fra gli Anni Sessanta e Settanta.
Quel City, frutto di limitate risorse economiche e del genio manageriale di Malcolm Allison e Joe Mercier, loro ce l’hanno ancora scritto in faccia! E’ il City che fece piangere una generazione di cugini rags condannandoli ad un’umiliante retrocessione in 1st Division con un 1-0 firmato di tacco a 5 minuti dalla fine da Dennis Law in un celebre e mai dimenticato derby all’Old Trafford. In mezzo alla piega ironica di bocche abituate a dialogare nelle lunghe sere trascorse al pub sotto casa, nei loro capelli argentati e ribelli, nello sguardo fiero sempre in bilico fra malinconia e speranza: questi tifosi esprimono alla perfezione l’appartenenza al loro club povero di trofei ma ricco di umanità come nessun altro, almeno a mio modesto parere!
“He’s coming!” grida al mio fianco uno di loro e mi indica un distinto signore di mezz’età, sorridente e impettito come solo un vero british delle Eastlands sa essere.
Mike Summerbee, detto “Buzzer” per via della sua grande foga agonistica, è stato ala destra e centravanti in quel mitico City. Ora accoglie felice l’abbraccio dei suoi vecchi e affezionatissimi fans proprio mentre passano lì vicino, totalmente ignorati, i giovani Michael Johnson e Nedum Onohua.
Due gemellini biondissimi, avranno sì e no sei o sette anni, lo acclamano avvolti nelle nuove tee shirts societarie. I loro genitori li guardano, un po’ in disparte, tenendosi teneramente per mano. Mike è sinceramente sorpreso dall’entusiasmo sincero dei due simpatici bocia.
Domanda perché: e loro, belli come il sole di questa inattesa Mancunian Summer di metà ottobre, gli mostrano una foto di Pelè alias Fernandez mentre compie la celebre rovesciata tratta dal film “Fuga per la vittoria”.
Mike allora sghignazza e firma con questa dedica speciale: “Dall’autore per caso del cross più importante fatto al più grande campione di sempre”.
Mexico 1970, quarto di finale Brasile-Inghilterra: lì si affrontarono per la prima e unica volta in una gara ufficiale Summerbee e Pelè in una sfida epica che ebbe, fra i suoi spettatori, il futuro regista di quel film John Houston.
Fra strette di mano, auguri sinceri, altri autografi e foto Mike s’allontana verso l’auto del figlio non prima di aver abbracciato e baciato i due gemellini biondi: lasciando a me, tifoso italiano così poco abituato a questo clima di festa dopo una partita di calcio inglese, l’immagine di un grande uomo di sport.
domenica 28 ottobre 2007
GAME, SET & MATCH. OVVERO ...
lunedì 22 ottobre 2007
CHE FAVOLA ALLO STADIO!
Gli eroi del passato si erano trasferiti dal vicino Museo societario al prato luminoso del COMS per incitare Richard Dunne e compagni a non mollare, a lottare duramente pallone su pallone per riscattare decenni di fugaci illusioni e cocenti delusioni.
A fare da collante fra Passato e Presente c’erano i volti, segnati dagli anni ma ugualmente giovanissimi nella loro passione genuina per le vicende del loro club, di tanti anziani tifosi assiepati sulle tribune. La visione che io, occasionale tifoso italiano, provavo in quel momento loro chissà quante altre volte l’avevano provata! Soprattutto nel vecchio impianto del Main Road, costruito nel lontano 1923 e abbattuto per far posto a un quartiere residenziale di villette a schiera l’una uguale all’altra, i loro cuori e le loro voci avevano sostenuto sempre, nella buona e nella cattiva sorte, i ragazzi con la divisa blu cielo.
Una scossa elettrica è vibrata nell’aria e da laggiù, dalle viscere di quel mitico impianto, è partito un coro, anzi quel coro che contraddistingue i tifosi del City: Blue Moon è stata intonata prima da centinaia, poi da migliaia, infine dalla quasi totalità degli spettatori presenti!
In quel momento esatto i nostri battaglieri avversari del Birmingham City di Elephant Man, come viene soprannominato il burbero e rancoroso – non per niente ex rag! – coach Steve Bruce si stavano costruendo la più bella occasione dell’intero incontro.
Il colpo di testa che sembra una fucilata dovrebbe infilarsi lì, sotto l’incrocio dei pali alla destra di Joe Hurt The Brave Boy, dovrebbe se non che …
La palla viene respinta in un nanosecondo da un suo miracoloso salvataggio di spalla in corner e il miracolo è compiuto: finirà 1-0 per noi anche stavolta!
Da dietro la porta del City uno dei tifosi anziani vicino a me ha visto nitidamente un radioso Bert Trauttman strizzare l’occhio sistemandosi il mitico berretto: me lo ha raccontato con aria serissima di fronte a un buon boccale di Guinness in uno dei pub all’interno dello stadio. Arrivederci, vecchio amico del City, ci rivedremo la prossima primavera! Ah, che meraviglia vivere il tifo calcistico in questo modo!
mercoledì 17 ottobre 2007
L'ENIGMA BIANCHI
Gioca pochissimo, non gioca del tutto, perché non gioca, vuoi vedere che a gennaio lo cedono? Le voci incontrollate sul destino di Rolando Bianchi, rapace attaccante acquistato per ben 9 milioni di sterline, s'infittiscono di giorno in giorno. E' stato uno dei colpi a sensazione dello scorso calcio-mercato, fortemente voluto da Eriksson per rafforzare l'attacco più anemico dell'intera Premier eppure ... Eppure il bergamasco rampante, al di là delle frasi di circostanza, è un vero enigma! Nel modulo ad un'unica punta che sta ottenendo risultati molto positivi Rolando ha esordito con un gol ed una prestazione sfavillante all'esordio in Premier contro il West Ham. Poi una prestazione insufficente contro i neopromossi del Derby County convince il tecnico svedese a metterlo da parte. Arriva il derby, si fa male il povero Valeri Bojinov e dalla naftalina viene estratto il belga di origine congolese Emile Mpenza, meno talentuoso, ma più massiccio e forse più disponibile al sacrificio tattico richiesto. Rolando da lì in poi può solo sfogarsi in Carling Cup ma vedrà il campo solo in qualche gara di Premier come sostituto del collega nei minuti finali. Problemi d'ambientamento indubbiamente ce ne saranno stati, visto che non è facile per noi italiani imparare l'inglese vorticoso e molto sui generis del Lancashire! Ma credo che a suggerire a Eriksson l'accantonamento momentaneo del nostro connazionale sia il ben noto teorema "squadra che vince non si tocca!". Pertanto non gli resta che farsi trovare pronto quando ci sarà di nuovo bisogno di lui: forza Bianchi, noi Citizens italiani aspettiamo anche i tuoi gol!
lunedì 15 ottobre 2007
TIFOSI, CHE SIMPATICONI!
martedì 9 ottobre 2007
MR THAKSIN? PECUNIA NON OLET!
lunedì 1 ottobre 2007
ELECTRIC ELANO!
mercoledì 26 settembre 2007
SAMARAS, IL REAPARECIDO
martedì 18 settembre 2007
HELEN E ORESTE: DUE SUPERTIFOSI
lunedì 17 settembre 2007
JOHNSON, EREDE DI COLIN BELL
Un'altra vittoria di misura, ma meritata lancia il nostro City al secondo posto solitario in classifica dopo sei giornate nelle quali, fra l'altro, abbiamo già affrontato due pezzi da novanta come i Gunners e i rags. Sotto la pioggia battente di Manchester Michael Johnson, 19 enne grande talento del centrocampo proveniente dall'Academy, ha deciso la gara coi Villans all'inizio della ripresa con uno shot destro rasoterra meraviglioso e al termine di un'azione impostata dall'ex Santos Elano Blumer. Poi difesa ordinata fino alla fine di fronte agli assalti vigorosi ma inefficaci degli avversari: grande comunque la prova di Vedran Corluka, impiegato per una volta a sostituire il capitano Dunne squalificato per un turno e che non ne ha fatto rimpiangere l'assenza. Dopo Micah Richards un altro giovanissimo sta affermandosi grazie ai preziosi consigli di un mister esperto come Sven Goran Eriksson: nel North Stand, il settore dello stadio che raccoglie i tifosi più caldi della nostra fantastica tifoseria, sono in molti a trovare analogie fra questo e un altro biondino celebre negli anni Sessanta/Settanta: Colin Bell. Speriamo che abbiano ragione!
mercoledì 5 settembre 2007
BUON COMPLEANNO, BIG MAL!
lunedì 27 agosto 2007
ARSENAL-CITY 1-0: A TESTA ALTA!
La spingardata a 11 minuti dalla fine di Cesc Fabregas che decide il big match degli Emirates Stadium non cancella l'impressione comunque positiva del nostro City. Svennie ha ripetuto le stesse scelte tattiche del vittorioso derby di domenica scorsa ma si è trovato di fronte una squadra, l'Arsenal di Wenger, capace di lunghi fraseggi a centrocampo e di repentine folate offensive. La differenza, fra noi e loro, l'hanno fatta i dettagli: noi sullo 0-0 abbiamo sfiorato a inizio ripresa per ben due volte il gol, prima con uno shot sinistro rasoterra potentissimo dalla sinistra di Martin Petrov, finito fuori di un niente. Poi un contropiede abilmente orchestrato da Ireland ed Elano ha messo Mpenza a tu per tu con Almunia, molto bravo a deviare in calcio d'angolo. Schmeichel (rigore parato a van Persie, che coraggio il ragazzino!) e Dunne (capitano, o mio capitano!) hanno guidato poi i compagni alla difesa strenua del pareggio a reti bianche, ma contro la classe di certi campioni ... Pazienza! Persa la vetta della classifica non ci resta che aspettare fiduciosi qualche nuovo colpo di mercato - a centrocampo avremmo bisogno di un altro incontrista - e, quel che più conta, una maggiore coesione fra giocatori che stanno insieme solo da un mese e mezzo. Prossimo impegno a Bristol per il primo turno di una Carling Cup che non ci ha mai visti protagonisti: chissà se stavolta ...