venerdì 28 marzo 2008

UNA PARTITA DELICATA, MA ...


Birmingham, città di quasi un milione di anime, vanta ben tre grandi club professionistici ad alti livelli. Se Aston Villa (il club più vincente) e West Bromwich (il più antico) vantano tifosi un po’ in tutto il Regno Unito e persino all’estero, i Dark Blues del Birmingham City che andremo ad affrontare domani al civettuolo stadio St. Andrews (nella foto qui sopra) sono la squadra che ha più tifosi in città. Presieduti attualmente da David Gold, chiacchierato e ricchissimo tycoon dei pornoshop, i nostri avversari di domani sono per tradizione una formazione battagliera, abituata a fare su e giù fra Premier e Championship con grande disinvoltura. Li allena l’ex ct della nazionale scozzese Alex Mc Leish, un tipetto strasicuro di riuscire a salvare il club, attualmente 17esimo, dalla retrocessione. Il derby fra Citizens - loro sfoggiano di solito una divisa blu notte, noi in trasferta opteremo per la classica divisa bianca con fascia trasversale azzurro cielo - promette scintille! A loro mancheranno due pezzi da novanta come il difensore Steve Ridgewell, squalificato per 2 turni, e il centrocampista nazionale scozzese James Mac Fadden, infortunato a un ginocchio. Noi dovremo fare a meno dei lungodegenti Richards e Ball ma rientrerà dal primo minuto l'esperto martello del nostro centrocampo: quel Didi Hamann finora prezioso sia nel distruggere il gioco altrui che nel far ripartire le nostre trame offensive. In attacco dovrebbe partire titolare, assieme ad Elano, il redivivo belga Emile Mpenza: infatti Benjani sarà di ritorno solo stasera tardi dalla trasferta per le qualificazioni al prossimo mondiale con la nazionale del suo paese, lo Zimbabwe, e difficilmente SGE lo rischierà sull'insidioso terreno del St. Andrews.
Fischio d'inizio sabato pomeriggio alle 16 ore italiane: il sesto posto è ancora a portata di mano? Beh, dipende molto da come finirà domani: se il nostro amato City dovesse ripetere la prova incolore e mediocre di sabato scorso coi quasi cugini del Bolton, addio sogni di gloria! Incrociamo le dita, amici: considerando che siamo l'unica squadra della Premier a non aver battuto un solo calcio di rigore, volete vedere che proprio al St Andrews ...

lunedì 24 marzo 2008

BERT TRAUTMANN: STORIA O LEGGENDA?

C’è un’immagine che riassume, meglio di tante altre, la storia tormentata e a suo modo ineguagliabile del nostro adorato City. 1956, stadio di Wembley, è appena terminata una memorabile finale di FA Cup vinta 3-1 contro l’altro club denominato City e vestito in blu: il Birmingham. Il nostro portiere di allora, il tedesco di Brema Bert Trautmann, sorride felice circondato dai suoi compagni. Beh, il suo più che un sorriso è una smorfia che nasconde un dolore terribile: infatti il grande Bert, a un quarto d’ora dal termine e sul punteggio di 2-1, si era fratturato l’osso del collo in un terribile contrasto aereo con un attaccante avversario! Si era rialzato come se niente fosse successo, il nostro eroe, ed aveva subito ripreso posto fra i pali terminando stoicamente quella finale e rendendosi addirittura protagonista, in condizioni così menomate, di grandi salvataggi.
Quel successo sportivo Bert Trautmann non se l’era conquistato per caso, anzi! La sua esistenza terrena fu pesantemente segnata dalla data di nascita, 1923, e dalla nazione in cui venne alla luce. La Germania di allora, preda di uno dei più feroci regimi dittatoriali d’ogni epoca, lo vide all’età di soli 10 anni aderire alla gioventù hitleriana: la scelta, c’è da giurare, non fu certo libera! Il secondo conflitto mondiale vide un giovanissimo Bert militare sotto le insegne del Terzo Reich come paracadutista. Fu catturato sul fronte russo ma, sfuggito alle grinfie di Stalin, l’esercito di Sua Maestà britannica lo trattenne come prigioniero di guerra trasferendolo ad Ashton, cittadina alle porte di Manchester famosa oggi per aver dato i natali a un certo Simone Perrotta.
Qui Bert, che in gioventù aveva giocato a calcio ma nel ruolo di centrocampista, venne una volta provato in porta durante una partita fra prigionieri. Lo vide il St. Helen, microscopico club di Second Division, e nel 1945 iniziò la sua lunga e gloriosa carriera sui campi di calcio inglesi. Quando nel 1949 lo acquistammo noi Citizens, però, successe il finimondo! Le cronache dell’epoca parlano di una manifestazione, al grido di “Off the Germans!”, a cui parteciparono 40mila cittadini indignati per il suo ingaggio in un club professionistico. Le ferite della seconda guerra mondiale non si erano ancora emarginate, ma Bert mise a tacere in pochissimo tempo chi non lo vedeva di buon occhio per la sua nazionalità.
Coraggioso, dotato di grande tecnica e colpo d’occhio fuori dal comune, leale in campo e fuori: in breve l’ex paracadutista sospettato di simpatie hitleriane si guadagnò l’affetto e la stima di tutti i veri appassionati di football del Regno Unito. Quella finale coronò l’apice del suo successo sportivo ma, qualche mese più tardi, il destino fu davvero crudele col povero Trautmann! Perse infatti, in circostanze mai chiarite, in un incidente stradale a pochi passi da casa l’unico figlioletto di soli 6 anni.
Una disgrazia personale, questa, che Bert tenne accuratamente fuori dal rettangolo di gioco. Rimase intrepido guardiano del nostro City, col suo sguardo fiero ed il sorriso eternamente stampato sulle labbra, per quindici stagioni dal 1949 al 1964 quando, alla presenza di 60mila tifosi entusiasti e riconoscenti, il tempio di Maine Road ospitò la sua gara d’addio.
Oggi vive con la sua seconda moglie in un piccolo bungalow a Valencia, in Spagna.
Per chi volesse approfondire la conoscenza del formidabile portiere tedesco consiglio caldamente la biografia scritta da Alan Rowlands “TRAUTMANN – THE BIOGRAFY”. La potete ordinare sul sito inglese di Amazon http://www.amazon.co.uk/ e, per chi conosce l’inglese e ama il City e la sua leggenda, è un vero cimelio!

lunedì 17 marzo 2008

CITY-SPURS 2-1: FINALMENTE!

Ci sono squadre o giocatori che vantano una lunga tradizione positiva quando incrociano le loro strade con quella del Manchester City. I Tottenham Hotspurs, dalla magica serata del 2003 in cui li battemmo al White Hart Lane in un mitico ottavo di finale di FA Cup rimontando da 0-3 fino al 4-3 finale pur giocando con un uomo in meno, avevano sempre vinto. O di riffa o di raffa, nettamente o in modo rocambolesco come all'andata di questa Premier (i gol della loro vittoria per 2-1 entrambi irregolari), gli Speroni dell'Est di Londra ce la facevano sempre! Gente come Robby Keane, Paul Robinson e Steed Malbranque, poi, inanellavano prestazioni super praticamente solo quando si trovavano di fronte i nostri giocatori: insomma una vera e propria maledizione! Quando il solito Malbranque, approfittando di una leggerezza colossale del nostro povero Corluka sull'out destro, ha innescato alla velocità della luce l'accorrente Chimbonda che, a sua volta, ha servito il più comodo degli assist al solito bomber irlandese ex Inter ... ragazzi, quanti di noi hanno avuto la tentazione di spegnere la TV maledicendo il destino cinico e baro?
0-1 a metà del primo tempo poteva significare l'ennesima bruciante sconfitta, e invece ...
Da lì in poi i nostri ragazzi Skyblues si sono rimboccati le maniche e, spinti dal gran tifo dei non molti tifosi presenti ieri al Sunday game, hanno reagito virilmente.
Qualche buona azione a due tocchi fra i vari Elano, Johnson e Castillo si è finalmente vista e, dopo il preoccupante grigiore dell'ultimo mese e mezzo, il City ha prima pareggiato fortunosamente con Steve Ireland al 59° per poi mettere la freccia al 72° con un colpo di testa stupendo del "Wonder Guy" Nedum Onohua. Assist entrambi partiti dal piede magico di un ritrovato Elano Blumer: era ora che il nostro fantasista brasiliano tornasse in condizioni accettabili! Ora siamo all'ottavo posto con buone possibilità di agganciare il sesto se non , addirittura, il quinto.
Oggi intanto ci sarà un incontro fra SGE e Mr Thaksin, appena tornato apposta dalla sua Thailandia, per definire le linee della campagna di rafforzamento dei nostri adorati Blues.
Dita incrociate, amici! Se, come appare probabile, Shinawatra riuscirà a transare col governo del suo paese pagando una multa ragionevole per i reati finanziari a lui addebitati, i suoi mitici 700 milioni di sterline saranno a nostra completa disposizione: e allora sarà davvero lecito sognare la nascita di un grandissimo City!

sabato 15 marzo 2008

CHE NE SARA' DI NOI? IN ESCLUSIVA IL CITY DEL 2008

Nel mondo del calcio è cosa risaputa che le fondamenta per la squadra della stagione successiva si piantino in primavera.
In particolare, aprile è un crocevia importante per decidere quali strategie adottare durante il calcio mercato estivo.
Il board del nostro City sta vivendo una situazione ancora molto incerta. Da un lato SGE batte cassa verso il patron Shinawatra, che dal canto suo temporeggia a rendere disponibili i famosi 40 milioni di pounds promessi per il mercato estivo.
Ammesso che il tecnico per il 2008-09 sia ancora SGE, perché ...
In questo articolo dai contenuti esclusivi mi impegno a fornire ipotesi di lavoro e anticipazioni sul futuro del club, analizzando la situazione ruolo per ruolo.
ALLENATORE : Si è parlato molto del futuro del manager svedese, soprattutto in relazione ai risultati non proprio eccelsi fin qui ottenuti, che non accontentano pienamente l'ambizioso Mr Thaksin. Il magnate thailandese infatti, non essendo uomo di calcio, si aspettava di raggiungere l'Europa che conta già alla prima stagione alla guida del club, cozzando però con quelle che sono le logiche calcistiche. Perciò si è parlato recentemente di un avvicendamento di SGE con Roberto Mancini, in rotta con l'Inter e col suo patron Massimo Moratti. Fantacalcio! Credo davvero che Svennie resterà perché è legato al nostro club da un ricco triennale e, soprattutto, da un entusiasmante progetto. Quest'ipotesi azzardata potrebbe verificarsi solo qualora lo svedese scegliesse di lasciare la panchina per ricoprire l'incarico di direttore sportivo, scegliendo così il suo allievo-pupillo ai tempi della Lazio come commissario tecnico. Il che significherebbe due alti stipendi difficilmente sopportabili per la società.
PORTIERI: Confermatissimo il giovane Joe Hart che, il prossimo anno, sarà affiancato da Kasper Smeichel, attualmente in prestito in 1st Division al Coventry per farsi le ossa e tornare con un bagaglio di esperienza maggiore.
Il board non vorrà spendere denaro per un ruolo che è già coperto in prospettiva, vista la stagione più che positiva del portiere dell'under 21 britannica.
DIFENSORI: Difesa e attacco sono i veri punti interrogativi. Potrebbe accadere una vera e propria rivoluzione del reparto arretrato. Nel senso che Richards, nonostante il fresco rinnovo di contratto, è appetito da molti grandi club europei, su tutti Chelsea e Juventus. Di fronte ad una grossa offerta potrebbe partire. Anche il nostro capitano Richard Dunne, svincolabile per il paragrafo 17 Fifa per soli 6 milioni di euro, potrebbe trovare fortuna e ricchezza altrove, ma sono in corso le trattative per il rinnovo. Sono solo voci, però!
Alla fine credo che la coppia centrale rimarrà intatta, ma allo stato attuale delle cose non abbiamo questa sicurezza.
Anche Nedum Onouha è richiesto da West Ham e Portsmouth. In entrata attenzione a Konko, dinamico terzino del Genoa, allo statunitense Bocanegra del Fulham e al sempre di moda Chiellini della Juventus.
CENTROCAMPO: Serve un incontrista che possa far rifiatare la coppia Hamann-Johnson, considerando che il nazionale croato Corluka, spesso utilizzato a centrocampo, rende di più come difensore.
Anche sulle fasce servono alternative per l'instancabile mancino Petrov e per il brasiliano Geovanni. Incerto il futuro di Stephen Ireland che potrebbe essere ceduto in prestito in Premier League per giocare con maggior continuità.
Sembra che SGE abbia stanziato 17 milioni di euro del budget per acquistare la talentuosa mezzala croata della Nazionale e della Dinamo Zagabria, Luka Modric.
Altro obiettivo gradito al tecnico potrebbe essere Nigel Reo-Coker dell'Aston Villa.
ATTACCO: Nulla è stato ancora deciso. Tutto dipende da tre fattori: l'eventuale riscatto di Bianchi da parte della Lazio (che sembra certo), il recupero dopo un gravissimo infortunio di Bojinov e i vari rientri dai prestiti (Samaras, Corradi, Dickov).
Il reparto va senz'altro sfoltito, specie dai vari Mpenza,Evans, etc, quasi mai utilizzati dal mister.
Pronto il rinnovo per il suo pupillo Darius Vassell, Eriksson sarebbe pronto ad accaparrarsi lo spilungone Peter Crouch, altro suo prediletto dai tempi della nazionale inglese, ammesso che Rafa Benitez accetti di privarsene.
Un sondaggio è stato fatto anche per l'attaccante tedesco Lukas Podolski, ma l'approdo di Klinsmann al Bayern Monaco potrebbe essere un ostacolo insormontabile per l'operazione.
Altro nome caldo, seppur difficile da concretizzare, è quello del nazionale brasiliano Luis Fabiano del Siviglia. "O Fabuloso", capocannoniere della Liga con 19 centri, è in rotta con il suo club attuale e vorrebbe tentare la fortuna in Premier League.
E' certo che, almeno per l'attacco, la dirigenza abbia in pugno qualche grande nome.
Come abbiamo visto è ancora presto per definire la squadra che verrà, ma di certo dobbiamo confidare nell'esperienza di SGE e sperare che il tanto sospirato budget venga speso con oculatezza. Auguriamoci che il cielo di Manchester, parafrasando una famosa canzone del compianto Rino Gaetano, sia sempre più ... Blues!
CARLO TAGLIAGAMBE


giovedì 13 marzo 2008

IL PICCOLO CAPOLAVORO DI GARY

Ci sono molti modi per far conoscere al mondo intero come e quanto si ama la nostra squadra del cuore. Seguirne le imprese calcistiche, però, non basta: ci vogliono anche doti particolari come un profondo rispetto per le tradizioni che distinguono il proprio club da un altro. Sulla sponda skyblue di Manchester, ad esempio, non mancano tifosi davvero speciali. Come Gary Standford, 38enne di Salford, cittadina della prima cintura del capoluogo delle Eastlands molto, anzi troppo, a ridosso dello stadio degli acerrimi rivali rags: l’Old Trafford, altrimenti noto a noi Blues con lo sprezzante epiteto di swamp (= palude). Gary ha 38 anni e, passando e ripassando migliaia di volte in vita sua sotto le mura di quello stadio, deve aver covato a lungo il progetto che gli ha dato il meritato quarto d’ora di celebrità. Fin da bambino il nostro amico coltivava la grande passione per i Lego, quei famosi mattoncini di plastica creati in Danimarca per cui andavo pazzo anch'io durante l’infanzia. Venne il 2003 e fu presa dal comune la decisione, traumatizzante per tutti i tifosi del City, di abbattere il loro glorioso impianto, costruito nel lontano 1923 in Moss Side. Maine Road sarebbe diventato un cumulo di macerie: come tramandarne a imperitura memoria la sua fama di "Wembley del Nord Est"? Ma naturalmente ricostruendo fedelmente l’originale con i mitici Lego!
Nella foto qui sopra, inviatami da Roberto Rosica, un nostro nuovo grande amico appassionato di calcio britannico, Gary mostra giustamente orgoglioso il risultato finale del suo progetto: spendendo complessivamente £ 1.500, il nostro eroe ha ricostruito Maine Road con quasi mezzo milione dei famosi mattoncini. “Ci si è messo di mezzo pure il maghetto Harry Potter ad ostacolare il mio lavoro!” ha confessato in un’intervista della BBC nel giugno del 2007 “Infatti la casa cinematografica che produce i suoi film ha per un certo periodo obbligato l’industria danese dei Lego a lavorare in esclusiva solo per loro: ho quindi dovuto pazientare per parecchi mesi prima di vedermi consegnare il materiale richiesto per terminare la costruzione del mio piccolo Maine Road!”.
Ora pare che il tifo organizzato del City voglia convincere il geniale Mr Standford a mettere a disposizione di tutti gli appassionati questo meraviglioso plastico nel Manchester City Museum, a pochi passi dal COMS. Non è da tutti celebrare così degnamente la memoria storica del proprio club: vero, amici Citizens dell’Italia?


martedì 11 marzo 2008

CHE SUCCEDE, SVENNIE?


Prosegue la serie infinita di prestazioni deludenti del nostro City e, pur non dimenticando la splendida impresa del derby vinto in trasferta, Sven Goran Eriksson sale sul banco degl’imputati. Anche nella gara persa malamente contro il modesto Reading abbiamo attaccato poco e male: l’unica vera palla gol, sullo 0-0, è capitata sul piedone ruvido del pur bravo difensore croato Vedran Corluka, poi il nulla o quasi! L’accusa più grave? Per molti tifosi l'ex manager della nazionale inglese insiste a far giocare la squadra col modulo scelto ad inizio stagione, un 4-5-1 considerato poco spettacolare e, soprattutto, poco redditizio in Premier League. Stupisce come la rosa attuale, malgrado le partenze a gennaio di Rolando Bianchi e di Georgios Samaras e l’ancor lunga convalescenza del povero Valerj Bojinov, annoveri comunque una batteria di attaccanti da far invidia a parecchi clubs più ambiziosi di noi. Caro Svennie, perché ti ostini a lasciar solo in attacco l’ex bomber dell’Auxerre e del Portsmouth Benjani mentre languono in panchina il talentuoso messicano Nery Castillo e il giovanissimo ecuadoregno Big Phil Caceido? Emile Mpenza, poi: che fine ha fatto?
Intanto, ennesima nota negativa di questo momento davvero difficile, s’è fermato pure il capitano: il nostro stopper irlandese Richard Dunne dovrà star fermo ai box almeno un paio di settimane e domenica prossima ci toccherà affrontare al COMS la nostra bestia nera, il bellicoso Tottenham recente vincitore della Carling Cup, con una difesa forzatamente improvvisata.
Piove sul bagnato, certo, ma per una salutare inversione di tendenza io credo che l’esperto manager svedese rivedrà a questo punto la nostra tattica di gioco. Due punte fisse là davanti minaccierebbero di più i portieri avversari concretizzando meggiormente il duro lavoro avanti e indietro dei due stantuffi che devono presidiare le due fasce laterali. Forza e coraggio, Svennie! A questo punto della stagione devi rischiare qualcosa se davvero il nostro City vuol raggiungere l’obiettivo Europa: altrimenti le prime nubi minacciose cominceranno ad addensarsi sul tuo orizzonte!

giovedì 6 marzo 2008

CHI BEVE BIRRA? TIFA PER IL CITY!


Chi non beve una birra in compagnia … sembra essere questa la filosofia di vita che contraddistingue ogni vero appassionato del Manchester City che si rispetti! La foto qui sopra mostra alcuni iscritti al MCFC Official Club Cheadles mentre celebrano, felici come pasque, una vittoria dei giovani virgulti della valorosa Academy di Jim Cassell a Norimberga, in Germania.
Bionda o scura, rossa o con il classico rinforzino a base di whiskey, la “ale”, bevanda rinfrescante e tonificante come nessun’altra sulla faccia della terra, scorre tuttora a fiumi all’interno dello stupendo City Of Manchester Stadium. Com’è possibile, direte voi? Nei lunghi corridoi che portano sugli spalti, qua e là, solerti volontari distribuiscono a modici prezzi quantità industriali del prezioso nettare dietro ad appositi banconi. Le più prestigiose marche bene in vista, spulciando il programma ufficiale del match casalingo in programma, i tifosi Blues socializzano tranquilli sotto il ferreo controllo degli stewards. E’ tutto un formicolio di gente che trotterella nella immensa pancia dello stadio: fra un settore e l’altro, capita di vedere bambini rincorrersi festanti fra le gambe di arzille vecchiette nostalgiche del fascino teutonico di Bert Trautmann. O di ascoltare risate di smisurata estensione uscire dalle gole di omaccioni all’apparenza burberi, in realtà tenaci cultori della storia del nostro glorioso club e dei suoi eroi. C’è chi commemora estasiato la famosa rovesciata di Dennis Tueart nella finale di League Cup vinta nel 1976, chi rievoca con lo sguardo lucido il suono della campanella di Helen The Bell quando trascinava a sé tutto il Maine Road, chi prende in giro amabilmente un amico distratto dagli occhi azzurri di qualche lady di passaggio, chi accenna a qualche canto del magico Kippax. Ma tutti, invariabilmente, hanno il classico bicchiere di carta pieno fino all’orlo di birra, anzi: di “ale”!

lunedì 3 marzo 2008

CITY-WIGAN 0-0: QUALCOSA NON VA!


Davanti a circa 40mila spettatori il nostro City delude le attese fallendo la rincorsa al tanto agognato quarto posto.
Partita povera di emozioni e di colpi di scena al COMS.
Eppure le premesse sembravano buone quando dopo appena 6 minuti Darius Vassell incornava di testa un perfetto cross di Michael Ball costringendo al miracolo il portiere dei "latics" Kirkland.
Poco dopo sarà il nostro Joe Hart ad essere impegnato da Palacios, rispondendo per le rime.
Nella ripresa assistiamo ad un assedio dei Blues: prima Benjani, poi Vassell ed infine il messicano Nery Castillo impegnano severamente il portiere ospite, che però si fa trovare sempre pronto.
Nota negativa l'infortunio di Elano, toccato duro alla caviglia dagli avversari in più occasioni e costretto ad uscire ad inizio ripresa sostituito dal giovane ma ancora acerbo ecuadoregno Big Phil Caceido.
Pronto si è fatto trovare anche Joe Hart sulle conclusioni di Marlone King e del nostro mai troppo rimpianto ex Sibierski.
Fiducioso sul futuro del club si è comunque dimostrato Mr. Sven Goran Eriksson che a fine partita ha così commentato: "Dobbiamo ancora lavorare molto; stasera abbiamo cercato il gol a più riprese, come del resto avevamo già fatto contro l'Everton, ma siamo stati anchge un pò sfortunati. E' un periodo un pò così! Vanno anche fatti i complimenti al Wigan che è una squadra tosta, e che ha impegnato la nostra difesa con delle ottime ripartenze su contropiede."
Ovvia, d'altro canto, la delusione per questo risultato da parte di giocatori e tifosi, che non hanno comunque fatto mancare il loro sostegno alla squadra.
Onestamente credo che con un pizzico di fortuna in più il City avrebbe potuto tranquillamente vincere, ma la squadra ha confermato le sue carenze sotto porta.
Come già ho avuto modo di confidare a Renato, l'attaccante dello Zimbawe Benjani non mi è mai sembrato un rinforzo adeguato per chi punta al quarto posto della Premier League.
Tanto valeva tenersi stretti il buon Rolando Bianchi, magari facendolo giocare di più: la sua firma, in questi incontri difficili e contro difese chiuse a riccio, lui la lasciava spesso e volentieri!
La mancanza di un bomber da 10-15 gol pesa molto sulla nostra stagione. A mio modesto parere avremmo 5-6 punti in più regalati dai gol di un cannoniere di razza.
Tornando alla partita, va spezzata senz'altro una lancia in favore del giovane portierino Joe Hart, spesso criticato un po' pesantemente ma ieri decisivo con le sue parate.
Anche capitan Dunne si è disimpegnato bene, nonostante avesse avuto a che fare con un gigante difficile da marcare come Emile Heskey ; così come han fatto benissimo Nedum Onohua, chiamato al difficile compito di sostituire l'infortunato Richards, e il solito Vedran Corluka.
Michael Ball si è reso protagonista di un'ottima prestazione grazie alle sue sgroppate concluse con buoni cross sulla fascia sinistra.
Male invece l'attacco, e in particolare Vassell e e il già citato Benjani, confusionari e spreconi sotto porta.
Che dire, speriamo in tempi migliori ... ma, intanto, accontentiamoci di puntare alla UEFA, che è già un bel traguardo considerando quanto si stiano dimostrando forti le altre squadre in lotta con noi.
Come on City!!!
CARLO TAGLIAGAMBE