domenica 30 dicembre 2007

CHE CARATTERE CONTRO I GRANDI REDS!

Bello e combattuto lo 0-0 di oggi al COMS gremito come non mai da ben 47.321 tifosi! Contro la squadra finalista nell'ultima edizione di Champions League, una delle favorite alla vittoria finale in Premier, Svennie si è armato di santa pazienza e ha impostato una gara di contenimento senza rinunciare a priori a qualche mefitica ripartenza in contropiede. Risultato? Steve Gerrard e compagni le hanno provate tutte per scardinare il fortino eretto davanti a Joe Lion-Hart ma sono tornati mestamente al di là del fiume Mersey con un solo, misero punticino. Certo, di conclusioni a rete ne hanno prodotte tante, gli uomini in red! Ma, tolte le due occasionissime a un quarto d'ora dal termine rispettivamente di Kuyt - colpo di testa respinto prodigiosamente dal nostro portierino e salvato un metro prima della linea bianca da Dunne - e di Benayun - tiro maligno sotto misura contrato in extremis dal nostro monumentale capitano - sono mancati i prodromi per rivendicare la legittimità di un successo in trasferta. El Nino Torres, presentato alla vigilia dell'incontro come un prodigio delle aree di rigore, è stato brutalmente ridimensionato a giovane comparsa dalla nostra solidissima coppia centrale Richards-Dunne. Mentre, per quanto riguarda la nostra prestazione complessiva, quante volte avremmo dovuto approfittare delle ampie praterie concesse dal possesso di palla lento e manovrato imposto ai suoi da Rafa Benitez? Insomma, pareggio giustissimo per noi che, all'ultima gara di questo incredibile 2007, conserviamo un meritatissimo quinto posto in classifica in attesa dei botti di mercato promessi da Mr. Thaksin a gennaio. Una citazione a parte merita il sostegno dei nostri meravigliosi tifosi presenti ieri in massa al COMS: i cori incessanti per tutti i novanta minuti a favore dei nostri splendidi ragazzi altro non erano che un ringraziamento collettivo per quanto di buono è stato fatto dalla società, dal tecnico, dai giocatori in questa travolgente prima metà di stagione. C'm on City forever, quindi, e auguri di uno stupendo anno nuovo a tutti noi!

lunedì 24 dicembre 2007

GLI AUGURI DI ALEX MARIANI


A Natale e a Capodanno, in Inghilterra, si gioca: e anche parecchio! I nostri amati Citizens hanno rimediato in rapida successione la bruciante eliminazione dalla Carling Cup nei quarti ad opera della proverbiale bestia nera, gli Spurs, e un sofferto pareggio in campionato al Villa Park dove è andato ancora una volta a segno il nostro "Scarve-Ace" Rolly Bianchi. Un po' di stanchezza si annida nelle gambe e nella testa dei pur ammirevoli protagonisti di un inizio di stagione decisamente positivo. Ma due altri impegni incombono, entrambi da disputare nella meravigliosa "astronave" del City Of Manchester: il 27 in notturna arrivano i Blackburn Rovers, in serie negativa da parecchi turni, poi tre giorni dopo il Sunday Game delle 17 (ora italiana) ci vedrà protagonisti contro l'ambizioso Liverpool di Rafa Benitez e del Nino Fernando Torres. Dita incrociate, amici, e che il Dio del football continui ad assisterci contro una delle squadre favorite del torneo!
E ora, per gli auguri consueti di fine anno, lascio la parola ad Alex Mariani. Citizen a prova di bomba anche per motivi squisitamente ... musicali, Alex è un 27enne giornalista sportivo di Milano che lavora per molte emittenti private della Lombardia. Ecco cosa ci scrive:
"Un pomeriggio di Dicembre a Manchester, il cielo grigio, la pioggia fine, il cuore caldo, caldissimo. Mi avvicino al City of Manchester Stadium, quello che considero la mia seconda casa, la casa di una passione nata qualche anno fa grazie agli Oasis e con il tempo è cresciuta, si è rafforzata. Alzo gli occhi al cielo, li chiudo per un attimo e mi sembra di vedere un cielo azzurissimo, di quelli che ti fanno spuntare un sorriso spesso e volentieri non solo a primavera inoltrata. Sky Blue, il colore della mia passione, che nasce dentro per il Manchester City. Rivoluzione d'estate, l'avvento di Eriksson in panchina, tecnico amato-odiato oltremanica, una campagna acquisti faraonica, un giocatore italiano che ha rafforzato, se così si può dire, il mio senso di appartenenza a questi colori. Seguo le geste di una squadra che rende orgogliosa la sua calda tifoseria, ogni sabato, grazie a Sky, ho avuto l'enorme piacere di conoscere un tifoso, Ian, che mi ha fatto capire sempre di più cosa significa essere un Citizens. Innamorato del City, orgoglioso di non fare il tifo per la solita "squadretta" che catalizza consensi, apprezzamenti e attenzioni solo per fama, blasone e presunto nome. Cullo il sogno, come tanti, di una storica qualificazione alla Champion's: il futuro, anche prossimo, è difficile da decifrare ma in queste festività natalizie godiamoci questa squadra con orgoglio, senza pensare troppo ad obiettivi e traguardi. Perchè tifare Manchester City, prima di tutto, è un orgoglio e una passione senza confini. Auguri di buone feste a tutti coloro che come me portano questi colori nel cuore. Alex

lunedì 17 dicembre 2007

CITY-BOLTON 4-2: PROVACI ANCORA, SVENNIE!


La calma è la virtù dei forti: ogni vittoria in rimonta si spiega con questa efficace massima e il nono successo consecutivo dei nostri amati Sky Blues al COMS non fa certo eccezione, anzi! Il derby delle Eastlands di sabato scorso ci vedeva opposti al nuovo arrembante Bolton di Gary Megson, manager capace di portare i suoi ad un successo insperato contro i rags un paio di settimane fa. Il gol iniziale di Rolando Bianchi, rapace nell’insaccare di piatto sinistro un pregevole assist di Michael Johnson, aveva illuso un po’ tutti sulla facilità della gara, e invece … Invece, appena ci siamo rilassati convinti di poter sfruttare le ripartenze palla a terra aspettandoli nella nostra area, i Trotters ci hanno rifilato un doppio uppercut con Diouf e Nolan. Uno a due all’intervallo e City sulle ginocchia, visto e considerato che pure il nostro grande ex Nicholas Anelka aveva colpito da posizione impossibile un palo clamoroso! Ma negli spogliatoi deve essere successo qualcosa di speciale. Sven Goran Eriksson, in arte Svennie, deve aver riflettuto attentamente su cosa non stava andando.
D’accordo che gli avversari fossero belli tosti, che le assenze di Elano e di Ireland fossero assai gravi e che il principe croato Vedran Corluka, per la prima volta in stagione, battesse in testa, strafatto dalla stanchezza fisica. Ma lì in mezzo al campo qualcosa andava corretto per appoggiare di più gli attacchi con e senza palla incessanti dei vari Bianchi, Vassell e Petrov. Ecco allora la mossa che ha ribaltato in pochi minuti l’esito dell’incontro: fuori l’evanescente Gelson Fernandes, dentro l’ennesimo talento in arrivo dall’Accademy del genio Jim Cassell: il nigeriano tuttofare Kevin Etuhu.
A due minuti dall’inizio della ripresa è arrivato il pareggio, su tiro di Didi Hamann dal limite deviato, frutto però di una stratosferica percussione del nuovo entrato sulla fascia destra. Poi il derby si è fatto ancora più emozionante, col risultato in bilico per la scelta dei due manager di affrontarsi fino al termine a viso aperto. Nuova grande occasione per Anelka sventata alla grandissima da un attento Isaksson e poi, al 77°, la rete decisiva - di tacco! - di un rigenerato Darius Vassell. Il Bolton si è messo ad attaccare disperatamente cozzando contro la linea Maginot creata ad arte da Svennie. A nostra disposizione si sono presentate ampie praterie ma già altre volte avevamo dilapidato occasioni da rete una via l’altra. All’extra time, stavolta, è emersa nitidamente una qualità che rende famoso l’ex allenatore della Lazio: l’abilità nell’insegnare in pochissimo tempo schemi di gioco raffinati ai suoi calciatori. Il nostro quarto gol, marcatore il “baby” Etuhu, è infatti giunto al termine di un’azione travolgente a uno, massimo due tocchi. Ora siamo tornati lassù, dove osano le aquile, al quarto posto: provaci ancora, Svennie!

martedì 11 dicembre 2007

SPURS-CITY 2-1: IL BICCHIERE E' MEZZO PIENO!


Bisogna sempre vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto! Questa è la prima considerazione che ho fatto all’indomani della sconfitta dei nostri Blues a White Hart Lane, il bellissimo tempio dei Tottenham Hotspurs. Sono passati poco più di sei mesi dalla stessa trasferta conclusa con l’identico risultato, eppure … Eppure sembra passato un secolo, considerando la differenza che è maturata in questo breve lasso di tempo fra il club londinese dell’East End e il nostro City!
Allora la sconfitta arrivò all’ultima gara di una stagione esaltante per loro, che conquistarono in pompa magna la qualificazione alla Coppa UEFA subito dietro all’agguerrito quartetto delle Top Four. Per noi, invece, quella partita significò la fine di un lungo, penoso calvario. Stuart Pearce, il nostro mitico Mr Psycho, aveva raschiato il fondo del barile per mettere insieme una rosa di giocatori appena sufficiente a conquistare la permanenza nella Premier League. Una delle linee d’attacco più deboli della nostra storia ci aveva fatto conquistare il poco invidiabile record del minor numero di reti segnate in casa. E, soprattutto, il debito societario si stava consolidando a livelli pericolosi: solo un miracolo poteva rilanciare le ambizioni del nostro board e, amici miei, il miracolo avvenne!
Il povero Pearce fu allontanato subito dopo quella gara e, un po’ per volta, nacque il nuovo Manchester City. Ambizioso, rinnovato, alla ricerca di un’affermazione definitiva fra le grandi d’Europa, il nostro club sta veleggiando, pur fra qualche inevitabile incidente di percorso, nei primi posti della classifica. Invece gli Spurs, club ricco anche perché legato alla lobby esclusiva dell’alta finanza ebraica, ha fatto un buco nell’acqua! Contro tutti i pronostici della vigilia di questa stagione, che li vedeva combattere spalla contro spalla per il titolo inglese, gli yelds londinesi hanno perso una gara dopo l’altra costringendo il board all’esonero del pur bravo manager olandese Martin Jol: la squadra è stata da poco affidata all’ex mago del Siviglia Juande Ramos, ma risalire in alto non sarà facile neanche per lui. La loro tifoseria, incredula, ha dovuto ingoiare bocconi amari in quantità industriale e, domenica scorsa, ha gioito come non mai per il tardivo gol della vittoria di Jermaine Defoe su un City discreto ma piuttosto danneggiato sia dalle assenze gravi di Didi Hamann (squalificato) e di Elano Blumer (infortunato ma pronto al rientro) sia da una evidente svista arbitrale sul primo gol avversario segnato con la mano e in fuorigioco da Pascal Chimbonda.
Or bene, a parte la grande gioia per il provvisorio pareggio di testa un Rolando Bianchi appena entrato dalla panchina, noi torniamo sconfitti ma saldamente al quarto posto di una classifica che, al vertice, annuncia scoppiettanti novità, come la contemporanea sconfitta di Arsenal e Liverpool. Non perdiamoci d’animo, amici Blues: abbiamo servito un buon brodino ad una ormai ex grande, ci attendono altre emozionanti battaglie per confermare che non siamo più il pallido, derelitto club di Pearce e McIntosh della scorsa stagione. Noi siamo lo squadrone di Shinawatra e di Eriksson, destinato a rinverdire i fasti del City di Malcolm Allison e di Joe Mercier: e un po’ per volta ce la faremo!

martedì 4 dicembre 2007

BLUE SENSE OF HUMOUR

Ah, che cosa meravigliosa appartenere alla tifoseria del Manchester City! Ne sono maggiormente convinto oggi dopo aver letto la bisettimanale newsletter MCIVTA, on line dal lontanissimo 1994 grazie allo splendido staff di accaniti tifosi, nonchè amici per la pelle, come Heidi Pickup, Don Barrie, Madeleine Hawkins e David Warburton. Spulciando fra le varie e puntuali mail dei nostri fans sparsi per il mondo, tutte o quasi sono dedicate al deludente pareggio strappato con qualche affanno contro i derelitti vicini di contea del Wigan FC (gol lampo di Geovanni, poi il nulla calcistico o quasi).
Tutte tranne una che rappresenta alla perfezione il modus vivendi di ogni Citizen dalla culla alla bara: l’orgogliosa contrapposizione verso quei tifosi rags, la stragrande maggioranza, incapaci di disquisire civilmente di calcio con chiunque non tifi per il loro club.
La storiella in questione, postata da un certo Peter Rockcity (!!!) Blue, è la seguente: un piccolo tifoso del City sta andando a scuola assieme a un suo compagno, un tipo decisamente soprappeso, accanito fan del Man U.
“Noi siamo i migliori!” proclama quest’ultimo con tipica espressione bovina e domanda:”Ma tu perchè tieni al City?”.
“Sai” replica tranquillo il primo “nella nostra famiglia mia madre, mio padre, mia sorella, i nostri quattro nonni sono tutti nati a Manchester e tengono al City dalla nascita: per questo ritengo naturale essere del City anch’io!”.
Un lampo di malignità perversa si fa luce nello sguardo del piccolo e grasso rag che replica sprezzante:”E allora cosa faresti se tuo padre fosse un filibustiere usuraio, tua madre una meretrice e i tuoi quattro nonni tutti ladri matricolati?”
“Beh in quel caso”
ribatte serafico il piccolo fan degli Skyblues “avrei scelto senz'altro di fare il tifo per il Man U !”.