domenica 1 febbraio 2009

POTTERS-CITY 1-0: MAL DI TRASFERTA!



Stoke City mi riporta ad una domenica di fine Ottobre, vissuta al Coms, spettatore privilegiato in terra inglese della prima tripletta sul suolo d’Albione di Robinho. Settimana di bufera per il brasiliano, in campo al Britannia, uno degli stadi più caldi e raccolti della Premier League. Bellamy e De Jong vengono confermati da Hughes titolari inamovibili, ma i potters rappresentano un ostacolo insidioso, con il coltello tra i denti e tanta voglia di salvarsi, costruendo l’impresa tra le mura amiche. Straordinario già prima del fischio d’inizio l’apporto dei nostri tifosi Citizens, che hanno “divorato” la breve distanza che separa le due città.
Kompany indossa ancora la fascia da capitano, vero condottiero in un pomeriggio soleggiato, ma molto freddo e ventoso. Ireland sciupa una grossa chance cercando la volèe invece di servire il liberissimo Robinho alla sua sinistra. Confermano di essere una formazione quadrata ma dalle qualità mediocri i biancorossi locali agli ordini di Tony Pullis.
Sprecano una buonissima occasione in contropiede i ragazzi di Hughes, quando da un calcio d’angolo potters, l’azione si trasforma in un amen da difensiva in offensiva, sull’asse Ireland-Bellamy-Robinho, con il brasileiro che colpisce “alla ciofeca” una palla comoda da spedire alle spalle di Sorensen. Un vero peccato. Il solito schema con rimessa lunga di Delap, ripetuta almeno in tre circostanze, non produce effetti alla generosa, ma compassata manovra dello Stoke City che in casa non subisce gol da quattro partite. Un primo tempo sonnecchiante viene ravvivato dalla mini rissa dopo la mezzora. SWP dopo un contrasto deciso, viene inseguito e steso da dietro da Rory Delap, giustiziere per l’occasione con tanto di calcetto di stizza con SWP a terra. L’arbitro non ci pensa due volte ed estrae il cartellino rosso. La temperatura del Britannia sale, diviene incandescente. Clamoroso all’ultimo respiro, al quinto minuto di recupero, il gran gol di testa di James Beattie – grave esitazione sul suo stacco di Wayne Bridge! - che fa esplodere il pubblico di casa e condanna un rinunciatario e pasticcione City ad un secondo tempo di passione. Non c’è gioco, l’accusa più grave che va rivolta al manager ex Blackburn, capace solo di mettere in campo nuovi acquisti senza dare un’impronta precisa alla squadra. Palla a Robinho: e se non inventa nulla? Se altri giocatori cardini mancano all’appello? Come manca la qualità nel bel mezzo del campo. Il tutto sotto lo sguardo attento dello sceicco Kaldhoon in tribuna. Avanti di questo passo la separazione non potrà che essere inevitabile, al di là delle conferme di facciata. Va bene che il suo guru, Alex Ferguson, è rimasto anni nell’altra metà della città senza vincere nulla, ma Hughes non ha il tempo a sua disposizione. A nulla valgono i tentativi Citiziens, con Elano, entrato nella ripresa, e due volte Bellamy, insieme ad un gol più facile da sbagliare che da segnare, “ciccato” da Robinho solo in area. Un mezzo rigore su Richards viene negato a quattro minuti dalla fine, le proteste lasciano il tempo che trovano. Tempo che è sempre meno amico di Hughes e del suo City che non scampa l’ennesima trasferta deludente della stagione.
City Till We Die! - ALEX MARIANI

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo Stoke ha fatto una partita da City, il vero City.

Bisogna che i giocatori, ma un pò tutti nell'ambiente si mettano in testa che non giocano nel Manchester United, ma nel Manchester City.
E per giocare nel Manchester City e per rispettare la tradizione di questo club bisogna saper lottare con grinta.
Il City, purtroppo, di anno in anno continua a perdere le sue caratteristiche.

La stagione in cui più mi sono appassionato al City fu quella con KK al comando.
Un pò di giocatori?

Schmeichel
Dunne
Distin
Sommeil
Sun Jihai
Mettomo
Jensen
Haland
Barton
Benarbia
SWP
Berkovic
Tiatto
Foé
Anelka
Fowler
Wanchope
Goater

Ecco, quello per me ERA ed E' il City.
In questa squadra penso che in pochi si riconoscano.

E dico di più, da simpatizzante, preferivo il City in versione "squadra operaia" piuttosto che questo City pieno di soldi.

Unknown ha detto...

Sono d'accordo con la riflessione del Fan anonimo, il City multimiliardario riscuote nel mondo meno simpatie della vecchia squadra combattiva infarcita di giocatori mediocri... ma io sono del parere che ciò avviene perché in fondo hanno paura di ciò che il City potrebbe diventare!
Il mio più grande rammarico è constatare che la società non ha la mentalità giusta per fare il salto di qualità. Con i soldi spesi quest'anno (da Jo in poi) la squadra messa in piedi cede senza gioco e grinta contro l'ultima della classe ridotta in 10.
Qui non si tratta di comprare tizio o caio, ma di farli muovere come squadra e di infondere la giusta mentalità ai calciatori. Ieri sera Cellino, dopo la vittoria del Cagliari sulla Juve diceva che una grande squadra non si fa solo con i soldi... VERISSIMO! Bastano buoni calciatori ed un ottimo manager (visto allegri che fa con i suoi calciatori?), cosa che noi non abbiamo!
Hughes è il vero errore del City di quest'anno, un problema che ci porterà dei danni anche per l'anno prossimo, quando (senza europa)incasseremo altri "no, grazie" da top class players.
L'unica speranza è che la società si svegli, ingaggiando un'allenatore importante che si porti qualche calciatore di fiducia con sé (magari Mourinho con Ibra).
HUGHES OUT.... NOW!!!!!!

RENATO BARNEY ha detto...

La verità, per me, è una sola: Sheick Mansour deve far sì che il nuovo City abbia un'anima! Non bastano grandi nomi, non basta nemmeno attingere alla pur valida Academy. Bisogna insegnare ai giocatori attuali a battersi con gagliardia nel pieno rispetto di una tradizione che ci vuole combattivi e mai domi persino in periodi in cui ci girava tutto storto. City operaio? No, semplicemente uno squadrone dove l'agonismo del gruppo prevalga sull'esibizionismo dei singoli.

Anonimo ha detto...

Ah, dimenticavo: Given ha firmato!

pdm ha detto...

Volevo segnalare che al concerto degli Oasis di Lunedì sera al Forum di Assago (Milano) è stato un trionfo di magliette del City! Beh, ne ho viste una ventina... Però venti tutte insieme, nello stesso luogo, a Milano, è un trionfo, no?
Noel Gallagher ha voluto dedicare la canzone "Don't look back in anger" al "signor Kaka".
Puro e intramontabile stile Citizen.

F. ha detto...

Scusate l'OT. Pdm, ma eri quello con la maglia con lo sponsor "brother" azzurra? Io avevo la seconda di 2-3 anni fa, blu scura...
In effetti era pieno: ne ho visti addirittura due con la maglia azzurra con il nome "GALLAGHER" dietro. Pazzesco!! :D

pdm ha detto...

Scusate se continuo l'OT. No, probabilmente avevamo la stessa maglietta perchè anch'io indossavo la maglia da trasferta di un paio di anni fa. Blu scura con Thomas Cook come sponsor. Ma per la prossima volta mi procurerò un bel bandierone! Forza City!