City of Manchester Stadium, sabato 20 ottobre: il gran giorno è arrivato! Il sogno coltivato meticolosamente dall’uscita del calendario della Premier 2007/08, quella che sancirà la rinascita del nostro amato City, si è alla fine concretizzato: sto guardando dal vivo una partita dei miei beniamini! Quando, come accade sempre in Inghilterra, all’inizio del secondo tempo lo speaker dello stadio ha annunciato il numero esatto degli spettatori presenti, cioè 45.655, io ho visto la Luce! Sul risultato provvisorio di uno a zero (gol manco a dirlo del solito, favoloso Elano alla mezz’ora del primo tempo) sono comparsi uno dopo l’altro, un po’ alla rinfusa, Bert Trauttman, Peter Docherty, Colin Bell, Francis Lee, Mike Summerbee, Dennis Law, Asa Hartford, Uwe Roesler, George Kinkladze, Ali Benarbia, Stuart Pearce e Shaun Goater.
Gli eroi del passato si erano trasferiti dal vicino Museo societario al prato luminoso del COMS per incitare Richard Dunne e compagni a non mollare, a lottare duramente pallone su pallone per riscattare decenni di fugaci illusioni e cocenti delusioni.
A fare da collante fra Passato e Presente c’erano i volti, segnati dagli anni ma ugualmente giovanissimi nella loro passione genuina per le vicende del loro club, di tanti anziani tifosi assiepati sulle tribune. La visione che io, occasionale tifoso italiano, provavo in quel momento loro chissà quante altre volte l’avevano provata! Soprattutto nel vecchio impianto del Main Road, costruito nel lontano 1923 e abbattuto per far posto a un quartiere residenziale di villette a schiera l’una uguale all’altra, i loro cuori e le loro voci avevano sostenuto sempre, nella buona e nella cattiva sorte, i ragazzi con la divisa blu cielo.
Una scossa elettrica è vibrata nell’aria e da laggiù, dalle viscere di quel mitico impianto, è partito un coro, anzi quel coro che contraddistingue i tifosi del City: Blue Moon è stata intonata prima da centinaia, poi da migliaia, infine dalla quasi totalità degli spettatori presenti!
In quel momento esatto i nostri battaglieri avversari del Birmingham City di Elephant Man, come viene soprannominato il burbero e rancoroso – non per niente ex rag! – coach Steve Bruce si stavano costruendo la più bella occasione dell’intero incontro.
Il colpo di testa che sembra una fucilata dovrebbe infilarsi lì, sotto l’incrocio dei pali alla destra di Joe Hurt The Brave Boy, dovrebbe se non che …
La palla viene respinta in un nanosecondo da un suo miracoloso salvataggio di spalla in corner e il miracolo è compiuto: finirà 1-0 per noi anche stavolta!
Da dietro la porta del City uno dei tifosi anziani vicino a me ha visto nitidamente un radioso Bert Trauttman strizzare l’occhio sistemandosi il mitico berretto: me lo ha raccontato con aria serissima di fronte a un buon boccale di Guinness in uno dei pub all’interno dello stadio. Arrivederci, vecchio amico del City, ci rivedremo la prossima primavera! Ah, che meraviglia vivere il tifo calcistico in questo modo!
Gli eroi del passato si erano trasferiti dal vicino Museo societario al prato luminoso del COMS per incitare Richard Dunne e compagni a non mollare, a lottare duramente pallone su pallone per riscattare decenni di fugaci illusioni e cocenti delusioni.
A fare da collante fra Passato e Presente c’erano i volti, segnati dagli anni ma ugualmente giovanissimi nella loro passione genuina per le vicende del loro club, di tanti anziani tifosi assiepati sulle tribune. La visione che io, occasionale tifoso italiano, provavo in quel momento loro chissà quante altre volte l’avevano provata! Soprattutto nel vecchio impianto del Main Road, costruito nel lontano 1923 e abbattuto per far posto a un quartiere residenziale di villette a schiera l’una uguale all’altra, i loro cuori e le loro voci avevano sostenuto sempre, nella buona e nella cattiva sorte, i ragazzi con la divisa blu cielo.
Una scossa elettrica è vibrata nell’aria e da laggiù, dalle viscere di quel mitico impianto, è partito un coro, anzi quel coro che contraddistingue i tifosi del City: Blue Moon è stata intonata prima da centinaia, poi da migliaia, infine dalla quasi totalità degli spettatori presenti!
In quel momento esatto i nostri battaglieri avversari del Birmingham City di Elephant Man, come viene soprannominato il burbero e rancoroso – non per niente ex rag! – coach Steve Bruce si stavano costruendo la più bella occasione dell’intero incontro.
Il colpo di testa che sembra una fucilata dovrebbe infilarsi lì, sotto l’incrocio dei pali alla destra di Joe Hurt The Brave Boy, dovrebbe se non che …
La palla viene respinta in un nanosecondo da un suo miracoloso salvataggio di spalla in corner e il miracolo è compiuto: finirà 1-0 per noi anche stavolta!
Da dietro la porta del City uno dei tifosi anziani vicino a me ha visto nitidamente un radioso Bert Trauttman strizzare l’occhio sistemandosi il mitico berretto: me lo ha raccontato con aria serissima di fronte a un buon boccale di Guinness in uno dei pub all’interno dello stadio. Arrivederci, vecchio amico del City, ci rivedremo la prossima primavera! Ah, che meraviglia vivere il tifo calcistico in questo modo!
6 commenti:
Beato te che c'eri, come ti invidio!
Bello Renato.. le stesse sensazioni che provo con l'Arsenal quando vado su...
Grande Renato.Sono un fans del city e il mio nick co mancityfans è italianjob. Anch'io sogno di poter vedere un giorno il city dal vivo. Spero di riuscirci.grazie per il blog.
Grande Renato. Il mio nick su mancityfans è italian job. Spero un giorno anch'io di poter vedere dal vivo il City. Grazie per il blog.
Un bel viaggetto in una delle nazioni più evolute al mondo è sempre una stupenda esperienza! E poi che meraviglia ammirare gl'inglesi allo stadio, quanto sono attaccati ai colori dei loro club!!!
Beato te che ci sei stato, io vorrei andare a vedere il derby a febbraio... Forza Man City!!!
Posta un commento