sabato 29 novembre 2008

PIERANDREA: CITY GIA' QUALIFICATO!


Da una delle più belle contrade della nostra penisola, il Salento, ci scrive un amico nonché grandissimo appassionato della squadra Skyblue di Manchester:

Caro Renato,
ti scrivo mentre rivedo per l'ennesima volta la vittoria del City contro l'Arsenal ed ho ancora negli occhi il successo sullo Schalke.
Ripenso alle trasferte di giusto 10 anni fa sui campi di York e Northampton: che differenza con l' Arena di Gelsenkirchen!!! Leggo sulla stampa specializzata e dalle dichiarazioni di Hughes che il City ancora non è matematicamente qualificato per il prossimo turno della competizione Uefa. Nessuno si è accorto che il City, se anche dovesse perdere entrambi gli incontri futuri, sarebbe già qualificato????
Questo poiché non può essere superato da più di 2 squadre.
Assodato che il Racing di Santander ha 2 punti con una sola gara da giocare (nell'ultima giornata proprio contro di noi) e può solo giungere a 5, si può notare che le altre due partite da disputare sono scontri diretti che non ci possono togliere dai primi tre posti del girone A.

Nella prossima giornata c'è Schalke contro Twente, dove lo Schalke ha solo questa partita da disputare e vincendo ci supererebbe, mentre con qualsiasi altro punteggio non potrebbe neppure raggiungere il City, avendo solo 4 punti.
E comunque con una vittoria i tedeschi bloccherebbero il Twente a quota 3. Nell'ultima giornata poi ci sarebbe Twente contro PSG. E' evidente che se anche la squadra parigina vincesse al City of Manchester avrebbe solo 4 punti con gli olandesi a 3 e quindi solo una delle due potrebbe superare (PSG) o raggiungere (Twente) il City a quota 6. Fermo restando che con un arrivo a parità di punti con il Twente, i Citizens avrebbero comunque la qualificazione per la vittoria nello scontro diretto.
Scusate la mia lunga spiegazione, ma era solo per dire che siamo l'unica squadra di Coppa UEFA che, pur avendo giocato solo 2 match, è già qualificata a 2 giornate dalla fine. Il Milan, infatti, ne ha giocate già 3 di gare!
Un abbraccio e ti auguro (come mi auguro) una domenica piena di soddisfazioni e sorrisi post derby!

Pierandrea Casto - LECCE

venerdì 28 novembre 2008

GELSENKIRCHEN, THE DAY AFTER!

Foto di IAN DOCKRY

Ancora qualche osservazione sulla partita di ieri, dopo una lunga e affettuosa chiacchierata con Ian ed altri amici Mancunians di ritorno dalla vittoriosa spedizione in Germania.

1) CHE STADIO!

60mila spettatori e un tutto esaurito per un semplice match di Coppa UEFA non sono certo pochi. Ebbene gli ordinatissimi fans del City presenti lassù son tornati addirittura estasiati per l'accoglienza ricevuta dalla tifoseria più calda di Germania. Colpo d'occhio, come la foto qua sopra dimostra, eccezionale e atmosfera da grandissime occasioni nello stesso stadio dove pianse per un'espulsione forse frettolosa un certo Wayne Rooney ... che dire di più, amici?

2) CHE DIFESA!

Il quintetto Hart/Richards/Kompany/Dunne/Garrido, messo in campo più per una situazione d'emergenza che per convinzione reale da Mark Hughes, ha favorevolmente impressionato tutti. Micah spostato a destra dimostra appieno il suo valore d'incontrista e non dimentichiamoci come è in questo ruolo che s'è conquistato la maglia della nazionale inglese. Javier Garrido, dopo un duro apprendistato sotto Svennie e qualche perplessità del suo attuale manager, ha terminato brillantemente il suo apprendistato: sa coprire bene la sua fascia sinistra e sa attaccare quando serve. Ma è soprattutto la coppia dei due centrali a dare più tranquillità al resto della squadra! Se Dunne è roccioso, il belga Kompany è sfolgorante nelle sue chiusure puntuali e, come l'azione del gol del vantaggio di ieri conferma, ha talento nell'ispirare il nostro attacco.

3) CHE IRELAND!

Non ci sono più aggettivi o sostantivi sufficenti per descrivere la stagione ad altissimo livello di questo ventenne irlandese di Cork. Da brutto anatroccolo col complesso della caduta dei capelli a Principe delle Palle Perse e Tramutate in gol mai banali, anzi addirittura geniali: Steve Ireland è la dimostrazione vivente che non bisogna nascere per forza in Brasile per essere considerato un Number One, anzi uno ... Special One! Il suo segreto? La passione maniacale, durante il suo tempo libero, per le arti marziali: lo ha confessato lui stesso a inizio anno ai nostri amici di King Of Kippax, spiegando che così riesce a veicolare meglio i lampi di classe che, dalla sua scatola cranica, volgono su e giù verso le sue masse muscolari. Calvo e felice, Irelandinho viaggia su e giù per il Lancashire con la sua bizzarra Land Rover dai cerchi in lega color Pink Panther. Il che, come scriveva il nostro indimenticabile Giovannino Guareschi, è bello e istruttivo: soprattutto in vista del derby di domenica pomeriggio al nostro meraviglioso City Of Manchester Stadium!


giovedì 27 novembre 2008

SHALKE-CITY 0-2: L'ORGOGLIO DEL CAPITANO


Vittoria inattesa, per come è giunta, alla Gelsenkirchen Arena! I nostri ragazzi, benchè in formazione d'emergenza, hanno condotto una gara attenta e talvolta cinica lasciando sfogare i Royal Blue della Ruhr. E' soprattutto il capitano Richard Dunne a riscattarsi dalla brutta crisi d'identità culminata con la pessima prestazione in casa contro il Tottenham. Lui, un redivivo Didi Hamann e un Vincent Kompany travolgente nel ruolo di difensore centrale innalzano spavaldi una diga che i tedeschi non riescono in alcun modo a violare. Hart compie solo una parata decisiva, poi ... al 32° un lungo e preciso lancio di Kompany pesca alla perfezione Danny Sturridge sulla sinistra: il bambino prodigio non si fa intimidire dalle entratacce degli avversari e serve nel cuore dell'area di rigore un assist al bacio trasformato da Benjani: è 1-0!
Lo Shalke non riuscirà a riprendersi dalla botta, e a metà ripresa sarà il solito spettacoloso Irelandinho a raddoppiare scartando in modo irriverente il portiere tedesco: 2-0 e qualificazione ai 16esimi di Coppa UEFA ormai ipotecata!
I nostri meravigliosi Mancunians, giunti in almeno 6mila a sostenere la squadra, possono esultare tra lo sbigottimento del civile pubblico biancoblu. Non si soffre neanche più di tanto, da qui alla fine il City di Mark Hughes fa soprattutto accademia cercando di on stancarsi troppo in vista di domenica pomeriggio quando al COMS verranno a farci visitagl'insopportabili vicini di casa della periferia e della prima cintura di Manchester.
Ma questo è un altro discorso, amici Citizens! Per ora buonanotte a tutti e, naturalmente, COME ON CITY FOREVER!

mercoledì 26 novembre 2008

QUATTRO CITIZENS DA SIENA!


Ricevo e pubblico immediatamente l'atteso reportage dei nostri quattro intrepidi amici di Siena sulla loro trasferta a Manchester in occasione del 3-0 sull'Arsenal:

Caro Renato,
questo è il racconto di quello che abbiamo vissuto nei 3 giorni che ci hanno portato ad assistere al match vittorioso tra Man City e Arsenal, al mitico COMS!
Tutto inizia Venerdì 21 alle ore 5 del mattino quando parte il primo treno per Roma da Siena. (C'è da premettere che i “sacrifici” non sono stati pochi per poter raggiungere la nostra “Terra Santa”).
L'arrivo nelle terre del Mersey (dato che siamo atterrati a Liverpool) era previsto per le 12e30 locali e nonostante un po' di ritardo siamo riusciti a prendere il primo treno che ci ha condotto diretti alla stazione Piccadilly di Manchester, situata nel cuore della città, a pochissimi minuti di distanza dal nostro alloggio (che consiglio per logistica e prezzo 25£ a persona per una notte) Sachas hotel, il quale si affaccia proprio nella strada principale della città e vicinissimo al centro commerciale più importante (Arndale).
Non senza palesi difficoltà di orientamento riusciamo ad arrivare giusto in tempo per una doccia e un riposino prima di addentrarci nelle follie della “Moss side”.
Quello che ho omesso è la formazione della spedizione composta da 4 ragazzi di Siena uniti dalla Contrada (Selva) e dalla passione light blue che ormai ci accompagna da quasi 4 anni, i cui nomi sono: Filippo, Andrea e 2 Niccolò.
La serata pre-match sembra presentarsi troppo, veramente troppo, fredda! In giro per le strade pedonali della città si sfiorano gli 0 gradi e noi impreparati totalmente abbiamo la brillante idea di rifugiarsi, come nella migliore tradizione british, in uno dei pubs che affollano le vie traverse, quasi non illuminate, del centro.
Sempre nella migliore tradizione decidiamo di rimanere per una birra o due, ma le chiacchiere si infittiscono e i pronostici si accavallano, parlando delle possibili formazioni per arrivare poi anche a confrontarsi con la stampa locale, che dà quasi per certa l' assenza di Gallas nelle file dei Gunners e della incerta presenza di Hart nelle file dei nostri beniamini!
La cena non poteva che essere a base di pies dai nomi più disparati e birra, intervallando Guinness alle migliori Ale del posto. Ma una volta finito nessuno sembra aver voglia di andare a letto e la serata continua fra semplici chiacchiere da bar e analisi tecniche degne del più in forma Mark Hughes; fatto sta che l'ora del rientro in camera è fissata per le 1e30. (Ora locale!!!!!!!!!!)
La nottata non ci ferma dall'essere già pronti e sciarpati per le 10! Frugale colazione da Caffè Nero e pronti per dirigersi nelle East Lands dove ci aspettano 3-4 ore per fare compere al City Store, prendere i biglietti e dirigersi al Maine Road Pub proprio accanto al COMS nel quale decidiamo di restare per un pie e qualche birra!
Qui facciamo la conoscenza di 2 mitici amici mancunians blues che sembrano essere davvero interessati alla nostra storia. Morale? 2 ore di conversazione con milioni di argomenti e un indirizzo email per tenersi in contatto durante l'anno, in attesa della prossima trasferta.
Match time is gonna come!!! Ci apprestiamo ad entrare in un COMS gremito e il boato è già ad un livello di decibel indescrivibile. L'emozione è forte e quando vediamo segnare Ireland, ormai rassegnati allo 0-0 prima dell'intervallo, saltiamo in piedi non curanti del freddo ingestibile!
Riposo, meritato riposo! Stiamo giocando bene, ma sembra che un solo “score” non sia sufficiente contro un sia pur mutilato Arsenal. Ma quando arriva la rete del nostro folletto brasiliano (Robinho, per i meno esperti) tutto fare sembra davvero fatta! Prende la palla e la fa rotolare con una maestria quasi impareggiabile, fino a che, a pochi minuti dal fischio finale, il nostro manager decide di offrirgli una vera standing ovation e sostiturlo con il più fresco Sturridge. Sembra che il giovane attaccante blues non abbia avuto nemmeno il tempo di respirare che si trova già nell'area dei gunners dove viene atterrato e realizza così il definitivo 3-0 su rigore!
Una serata magnifica ci aspetta degna dei più rosei programmi per il futuro, ma il tempo da trascorrere nella ventosa città che ci ha ospitato sembra volgere al termine. La notte non è densa di festeggiamenti perchè la passiamo in aereoporto a Liverpool, ma in cuor nostro sappiamo che questi giorni in “Terra Santa” ci hanno reso ancora più consapevoli della nostra fede light blue! C'mon city till we die, nella speranza di riuscire a condividere questa esperienza con qualcuno di voi!

2 Niccolò, Filippo e Andrea.
p.s. Le foto saranno allegate entro il 15-20 dicembre.

sabato 22 novembre 2008

CITY-ARSENAL 3-0: FINALMENTE GRANDI!


Però, chi se lo sarebbe aspettato il trionfo odierno di Mark Hughes e dei nostri ragazzi in azzurro? Reduci da un periodo negativo sia sul piano del gioco che su quello dei risultati, il City oggi è sceso in campo con una certa apprensione. D'accordo che gli avversari erano i tremebondi Gunners londinesi di quest'anno e non la magnifica corazzata ammirata nelle ultime due stagioni. D'accordo che la squalifica di Cesc Fabregas e la polemica esclusione di Gallas dalla partita di oggi fossero un innegabile vantaggio per noi. Però gl'inquietanti fantasmi delle ultime gravi sconfitte erano ancora ben presenti nelle menti di Dunne e compagni.
Al via grossa sorpresa nelle nostre fila: Hart, dato per gravemente infortunato, è già in campo! Difesa a quattro con capitan Dunne al rientro dopo la squalifica per l'espulsione contro il Tottenham mentre, a centrocampo, Hughes insiste a proporre Shaun Wright Phillips al centro preferendo affidarsi sulla fascia destra al discusso Vassell. In avanti, come sempre, il talentuoso ma piccoletto Robinho fa coppia con Benjani.
Si comincia e, dopo due minuti, abbiamo una grossa occasione con Zabaleta che, ben imbeccato da un retropassaggio di Ireland, sparacchia malamente sul fondo. Poi sembra prevalere la manovra precisa ma compassata degli uomini di Wenger. Tentiamo di pressarli in tutti i modi ma, fin quasi al termine del primo tempo, lo 0-0 sembrerebbe già un buon risultato per noi quando, su azione insistente di Benjani, Clichy e Silvestre litigano per un pallone vagante e per l'irrefrenabile pelatino di Cork Stephen Ireland è un gioco da ragazzi involarsi verso Almunia battendolo con un delizioso tocco da sotto che s'infila nel set alto alla sua destra: 1-0 al 46°!
Alla ripresa gli uomini di Wenger ruminano il loro gioco senza molta convinzione: van Persie è l'ombra del grande attaccante di un tempo, Denilson soffre troppo il pressing di Kompany mentre il solo Nasri dimostra tutto il suo valore con tocchi di palla e un paio di punizioni ben tirate. Bendtner invece fa sempre il Bendtner: grandi mezzi fisici, ma quando c'è da trattar di fino la sfera persino Giuseppe Giacovazzi, lo showman riminese di Zelig, farebbe meglio coi suoi proverbiali sandali!
L'azione che decide la gara arriva, improvvisamente, al 56° quando il figlio del grande ex gunner Ian Wright vince un tackle su van Persie e, involatosi leggero e imprendibile come una gazzella nella savana africana, distribuisce un cioccolatino sottoforma di assist al bacio per Sua Maestà Robson De Souza, in arte Robinho. La difesa dell'Arsenal crede d'averlo messo in fuorigioco ma Robinho, a due passi da Almunia, lo fredda con un tocco di destro morbido come marzapane che va a morire nell'angolo lontano sotto un North Stand ebbro di gioia: 2-0!
Sembra fatta perché i gunners, falcidiati da troppe assenze, non sembrano in grado di rimontare. Eppure passano solo 5 minuti ed è Hart a compiere una prodigiosa respinta di piede su una conclusione a colpo sicuro da due passi di Bendtner. C'è da soffrire anche stasera, miei cari amici Citizens! Ma i tre cambi decisi nel finale da Hughes - Elano al posto di Vassell, Hamann di Robinho acclamatissimo e Sturridge di Benjani - stavolta funzionano alla grande! Un minuto dopo il novantesimo ecco il 18enne talento di Birmingham, gioiello dell'Academy scoperto dal Mago Jim Cassell, in tutto il suo splendore. Prima fa fesso il povero Djourou sul lato corto sinistro dell'area avversaria, poi viene messo giù a un passo dalla porta costringendo Alan Wiley a indicare il dischetto. Il rigore dovrebbe tirarlo Elano ma questi rinuncia, con grande fair play, in favore dello stesso Sturridge che trasforma implacabilmente di sinstro: 3-0 e game over!
Finisce così in gloria il primo dei 3 match impegnativi che ci attendevano tra oggi e domenica prossima: chi ben comincia ...

lunedì 17 novembre 2008

HULL-CITY 2-2: CUORE E BATTICUORE



Non smettiamo mai di emozionarci, cari amici Citizens, quando in TV trasmettono le gare dei nostri beniamini! In un senso o nell'altro gioie e dolori, scene raccapriccianti e momenti di autentica classe, si dipanano invariabilmente nel corso dei novanta minuti. Il combattuto e sofferto pareggio di ieri contro i Tigers del Sud Yorkshire riassume alla perfezione il momento davvero difficile che stiamo attraversando.

Dunne squalificato viene sostituito, dopo un lungo ballottaggio, con l'israeliano ex Chelsea Tal Ben Haim? Ebbene, la prima perla dell'incontro la dobbiamo proprio a lui che al 14°, sbagliando un retropassaggio semplice semplice verso il portiere, ci procura due disgrazie al prezzo di una! La prima è che la sfera viene intercettata per il più comodo dei gol dal francese ex Rangers Cousin. La seconda? Joe Hart, nel disperato tentativo di evitare il gol, vede la sua caviglia destra finire sotto la massiccia mole dell'attaccante avversario. Infortunio grave per lui, che starà fuori per almeno un mese saltando le prossime delicate gare di Premier e di Coppa UEFA. Entra al suo posto Kasper Schmeichel e, credetemi, non sarà la stessa cosa doverci affidare a questo danesino figlio d'arte e alle sue frequenti pause d'azione. Grazie per la frittatona, goffissimo Tal!

La gara sembra in discesa per i padroni di casa e invece ... al 37° una nostra apparentemente innocua azione d'alleggerimento viene interrotta dalla loro difesa ma ecco che la follia s'impadronisce di un loro difensore, tal Kemil Zayatte che, tra lo stupore di tutti, s'inventa un assist al bacio per il nostro pelatino di Cork. Stevie Ireland la mette e siamo, direi immeritatamente, sull'1-1!

La personalissima visione del calcio del nostro mister, infatti, costringe due campioni del calibro di Jo ed Elano a guardare dalla panchina il modesto tran tran di due loro sostituti più degni di giocare in una provinciale che in un club ambizioso come il nostro. Spiace dirlo, ma vedere gli attuali Vassell e Benjani giocare come macchinine di un autoscontro virtuale mentre fanno a sportellate inutilmente con i loro avversari di giornata, beh, a me personalmente dà una certa stretta al cuore!

Il primo tempo sta per finire in perfetto equilibrio quando allo scadere Garrido scende sulla fascia sinistra e mette al centro dell'area dei Tigers un intelligente palletta rasoterra. Chi secondo voi andrà ad impattare con un colpo da biliardo di destro che finirà nell'angolino a sinistra della porta dell'Hull? Il solito, geniale Bald One! Si va all'intervallo sul 2-1, convinti di aver finalmente un minimo di fortuna dalla nostra parte. Ireland è davvero uno dei pochi, assieme all'infaticabile Robinho e a Shaun Wright Phillips, a dare il massimo per i nostri colori. Tutti gli altri? A corrente alternata mischiano buone giocate ad errori da principianti, vuoi vedere che Mark Hughes di tutto ciò è il principale responsabile?

Alla ripresa delle ostilità il caos s'impadronisce dei nostri amatissimi Blues e, malgrado questi Tigers non siano certo il massimo della concretezza e della potenza d'urto, fatichiamo a fare possesso palla e, quel che più conta, non costruiamo mai delle potenziali azioni da gol per mettere al sicuro la vittoria in trasferta. Di nuovo Hughes sposta sciaguratamente le sue pedine rimettendo, come la scorsa domenica contro gli Spurs, Robinho a fare l'unica punta e Wright Phillips a fare il centrale di centrocampo: Benjani e Vassell? Confinati sulle due fasce laterali non fanno gioco nè coprono (!!!).

Consegniamo quindi il pallino del gioco ai gialloneri di casa che, su un calcio di punizione dal limite, trovano il meritato pareggio. A punirci è un nostro ex mai troppo rimpianto. Geovanni, approfittando sapientemente dell'inesperienza di Schmeichel nel posizionare la nostra barriera, la mette anche grazie alla deviazione sfortunata di Kompany: è 2-2 al 60°!

Il risultato rimarrà questo malgrado un'altalena di emozioni dall'una e dall'altra parte. Due palle gol invitanti per noi le sbaglia con imprecisione davvero scientifica Vassell e, al fischio finale, i Tigers esplodono in una gioia incontenibile: perchè?
Dal loro punto di vista c'è da capirli: temevano il nostro pressing asfissiante (non pervenuto per quasi tutto l'incontro) e le nostre ripartenze fulminee. Hughes, a sua volta, ha confessato di essere soddisfatto per il pareggio e per la prestazione dei suoi: contento lui solo, forse!

Ora siamo dodicesimi a 3 soli punti dall'ultima e ci attendono tre match uno più difficile dell'altro: Arsenal in casa sabato 22, Shalke in trasferta giovedì 27 e, solo 3 giorni dopo, un drammatico derby in trasferta allo swamp. Ma con 200 milioni di sterline da spendere per il mercato di gennaio, dice qualche inguaribile ottimista!

giovedì 13 novembre 2008

PAUL DICKOV, LA VESPA



La gioia per un gol insperato è indescrivibile. Ma quando la tua squadra si gioca la promozione dalla Seconda alla Prima Divisione a Wembley, nel tempio del calcio britannico, e si trova a due minuti dal termine sotto di 2 reti, a quale Arcangelo o Santo del Paradiso puoi appellarti per risorgere dalle tue ceneri?

30 Maggio 1999: il Manchester City è precipitato dopo molte polemiche intestine fra soci e giocatori in Seconda Divisione e, alla tolda di comando, c'è un manager tosto e risoluto di nome Joe Royle. Shaun Goater è la punta di diamante, un giovanissimo Nicky Weaver esordisce in porta, migliaia di Skyblues - tra loro anche due o tre nostri attuali soci torinesi - si sobbarcano trasferte in giro per i campetti delle terribili provinciali in ogni angolo dell'Inghilterra. Naturalmente gli sfottò delle altre tifoserie rivali si sprecano! Com'è come non è i nostri Blues si giocano la promozione nei temutissimi play offs (gara unica) contro un quasi sconosciuto club del Dorset, contea a sud-est di Londra. I biancazzurri (che coincidenza!) del Gillingham sono allenati da un tizio con un cappellino a visiera di quelli che non se lo levano nemmeno quando vanno a dormire. E' l'attuale manger dello Stoke City, Tony Pulis, e sa di partire nettamente sfavorito.

Pronti via e il nostro City, in divisa giallonera stile Penarol di Montevideo, parte lancia in resta convinto di fare un solo boccone degli avversari. Dominiamo per larghi tratti la gara ma, dopo parecchie occasioni mancate di un soffio, il Gillingham reagisce diventando sempre più minaccioso. 0-0 alla fine del primo tempo e i nostri tifosi, almeno 70mila giunti con ogni mezzo a Londra sicuri di fare festa, cominciano a essere perplessi. E infatti ...

Il secondo tempo è una lunga serie di palle gol costruite da una parte e dall'altra e vanificate spesso dalla bravura dei due portieri, finchè il Gillingham non va in vantaggio e, neanche una manciata di minuti dopo aver incassato senza danni la nostra furente reazione, raddoppia col più classico dei contropiedi. Due gol stupendi, bisogna ammetterlo, i loro! La finale è ormai agli sgoccioli, i nostri giocatori mestamente portano la sfera sul dischetto del centrocampo, quando all'improvviso ...

Dapprima parte un coro, poi viene giù tutto lo stadio: sono forse i tifosi del Gillingham impazziti di gioia che già inneggiano alla promozione insperata? Non solo loro, miei cari! Sale ruggente e incredibilmente ebbro di orgoglio anche l'urlo dei 70mila Mancunians. Sei minuti alla fine e siete sotto di 2 gol? Sarebbe quasi impossibile farcela, ragazzi, ma dovete sapere che noi non vi abbandoneremo mai! Questo è l'ossigeno che va subito in circolo nelle menti e nei cuori degli uomini di Joe Royle.

A quattro dal termine Kevin Horlock, il nostro n° 6, accorcia le distanze risolvendo una mischia. Il Gillingham comincia a rintanarsi dietro come un pugile a caccia delle sue ultime forze per difendere una sudata vittoria ai piunti. Ma, in un angolino della nostra metacampo, pronto a sferrare l'uppercut che manderà al tappeto le ambizioni dei rivali del Dorset, si annida The Wasp, la Vespa come poi Royle soprannominò l'autore del leggendario gol del 2-2.

Paul Dickov, scozzese piccolo ma tignoso, s'inserisce rapido coma una mangusta su un pallone vagante scagliato "in the box" ed esplode una sassata di destro che s'infila tra il tripudio dei nostri Blues sotto la traversa.

Supplementari senza esito, poi ai rigori quel City ribalterà il risultato da 0-2 al 5-3 definitivo. Promozione assicurata, quindi, e l'anno dopo ne seguirà un'altra definitiva in Premier League!

Paul Dickov detto la Vespa, classe 1972, pur soffrendo una miriade d'infortuni muscolari gioca ancora e ogni tanto segna pure nella Championship coi nostri vicini del Blackpool. La gioia per quel gol storico sia sempre di monito per noi tifosi Blues che oggi avvampiamo di piacere per lo squadrone di Micah e Robson De Souza. Anche adesso che ci definiscono con una malcelata irriverenza il club più ricco del pianeta questa rimane la nostra vera ricchezza. Aver riempito Wembley per i Play Offs di Second Division, aver esultato come se avessimo vinto la FA Cup o la Champions League per quella fantastica rimonta firmata Paul Dickov: la Vespa che ha saputo pungere al momento giusto!

martedì 11 novembre 2008

ELANO: HUGHES MI TRASCURA!



Un grande professionista, sensibile e attaccatissimo al nostro club, adorato dalla parte blu di Manchester e capace di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo e dell'attacco: Elano Blumer è tutto questo, ma la domanda che io e tanti altri tifosi del City ci poniamo è una sola. Perché sta giocando così poco?
Il grande talento brasiliano ha rilasciato oggi al sito di SKYSPORTS un'intervista in cui confessa di non capire l'attuale ostracismo nei suoi confronti del suo manager Mark Hughes. “Quando gioco cerco di fare tutto quel che lui mi raccomanda ma quando esco lui non mi ha ancora mosso alcuna critica personale!” così Elano si sfoga col cronista britannico. E ancora: ”E' nel suo diritto farlo, lui è il manager e io solo uno dei tanti componenti del City che fa del suo meglio per presentarsi puntuale ad ogni allenamento. Ogni esclusione dalla formazione titolare mi rende sempre più triste!”.
Il Daily Mail aggiunge oggi che stia ormai per concludersi la sua avventura a Manchester e che Hughes non veda l'ora di disfarsene, mettendolo sul mercato già a gennaio a disposizione del miglior offerente. Sinceramente non riesco a crederci!
La sua classe eccelsa nel colpire la palla indifferentemente col destro o col sinistro, lo spirito di sacrificio che ne fa un autentico jolly capace di cantare e portar la croce contemporaneamente, il fatto stesso che sia stato il primo vero campione acquistato dal nostro precedente patròn Thaksin Shinawatra: tutto questo m'impedisce di credere che il manager gallese voglia cedere Elano Blumer. O davvero Hughes ha scambiato il nostro spogliatoio per quello di una squadretta di Championship? Nel qual caso i giorni che trascorrerà a guidare il nostro amato club sarebbero davvero contati!

domenica 9 novembre 2008

CITY-SPURS 1-2: HUGHES, DATTI UNA MOSSA, SE NO ...



Piove, anzi diluvia sul bagnato mentre 41mila impavidi spettatori sfidano le ire di Giove Pluvio per assistere a un grande classico della Premier League. City contro Spurs, nell'anno di grazia 2008, è stato un drammatico spareggio fra due nobili partite questa stagione con grandi ambizioni. Hanno vinto gli ospiti dell'East End londinese approfittando cinicamente delle sciocchezze perpetrate da due nostri giocatori. Eppure il City, trascinato dalla verve dei due imprendibili folletti Wright Phillips e Robinho, era partito benissimo! Una meravigliosa combinazione fra i due schiodava il risultato al quarto d'ora: gol in tap in del paulista ma, poco dopo, uno sciaguratissimo Gelson Fernandes, promosso titolare dopo tanta panchina in Coppa UEFA, s'era beccato due cartellini gialli per due fallacci censurabili. Rimasti in dieci quando non era ancora scoccata la mezz'ora di gioco, ha poi provveduto Richard Dunne, capitano nonchè miglior giocatore del City negli ultimi 4 anni, a regalare il gol del pareggio ciccando ignobilmente una palletta insignificante a metà campo. Un'autostrada s'è spalancata davanti a un incredulo Darren Bent: fuga repentina e tiro imprendibile su Hart proteso vanamente in uscita. Amici Citizens, come pensare positivo avendo di fronte non più il club tremebondo e indisciplinato dell'era Ramos, ma un undici con l'acqua alla gola ben condotto ora dal vecchio bucaniere Harry Redknapp?
Esce un pur combattivo Vassell per l'esperienza e il senso della posizione di Didi Hamann. Ma non serve a nulla perché, malgrado i dieci in Skyblue si battano come leoni spinti dal tifo assordante del North Stand, si vede lontano un miglio che il Tottenham, prima o poi, riuscirà a farsi nuovamente largo fra le maglie troppo larghe della nostra difesa.
Dopo un paio di nostri tentativi infruttuosi in attacco, Germaine Jenas trasforma un lungo lancio dei suoi centrocampisti in un assist al bacio per il solito, ineffabile Bent che, bellamente ignorato dalla nostra coppia centrale Richards-Dunne, trova l'angolino lontano alla destra di un incolpevole Hart per il gol, strameritato, della vittoria degli Spurs.
L'assedio, commovente ma inefficace sotto il diluvio mancuniano, culminerà in tanti attacchi a testa bassa verso la porta di Gomes. Dunne, a coronamento dell'ennesima prova da incubo, si fa cacciare a 5 minuti dal termine per un goffo fallo da ultimo uomo su ... indovinate chi? Sempre Bent, of course!
Al fischio finale di Dean, teatrale ma indubbiamente bravo, ci separano adesso due miseri punti dalla coda della classifica. Caro Hughes, chissà se ti sei accorto che oggi avevi almeno altri due cambi a disposizione? Dimenticarsi in panca due grandi campioni come Elano Blumer e Jo, anche con la squadra in dieci, mi è parsa un'autentica fesseria!
Ora ci attende una settimana di polemiche per preparare l'ennesima battaglia di questa grama stagione: il Sud dello Yorkshire si stringerà di certo attorno ai neopromossi Tigers dell'Hull City. Guai a te, Mark, se non cambiamo registro!

venerdì 7 novembre 2008

CITY-TWENTE 3-2: CHI BEN COMINCIA ...


Dove vai se Robinho non ce l’hai? In sintesi questo è il giudizio che si può dare all’esordio vittorioso del nostro amato City nel girone A della Coppa UEFA. Contro il Twente Enschede, club olandese diretto dallo sbeffeggiatissimo ex ct della nazionale inglese Steve McLaren, abbiamo assistito ad un match vibrante e incerto fino all’ultimo secondo.

Hughes pone termine all’esperimento di Richards terzino sinistro riconsegnando una maglia da titolare a Javier Garrido. A centrocampo si rivede dopo un bel po’ di tempo Gelson Fernandes ma la sorpresa maggiore è l’esordio stagionale dell’attaccante e gran lottatore Darius Vassell a fianco di Jo. In panchina finisce Elano mentre non è nemmeno convocato il pur bravo Vincent Kompany: chissà perché?
Le cose sembrano essersi messe subito bene per noi quando, dopo appena due minuti e mezzo, un magnifico colpo di tacco del rientrante Jo spalanca un corridoio invitante per Shaun Wright Phillips sulla destra. La velocissima ala destra, con grande abilità e freddezza, entra in area di rigore avversaria e scarica alle spalle del portiere olandese il pallone dell’1-0 fra il giubilo dei 22mila presenti al COMS.
Passato un quarto d’ora in cui gli ospiti, per paura di essere travolti dal pressing asfissiante dei Blues, rallentano volutamente le operazioni ecco il patatrac. Zabaleta perde banalmente un pallone sulla linea di centrocampo e serve involontariamente il mediano sinistro avversario Elia, un furetto protagonista ieri di una prestazione maiuscola. Elia si fa 40 metri palla al piede e, sull’accenno di uscita di Joe Hart, lo fulmina con un piattone destro per l’1-1 che forse nemmeno Mc Laren si sarebbe aspettato.

I nostri accusano il colpo e vanno in confusione fino all’intervallo, perdendo banalmente palloni su palloni. Il trio meraviglia Robinho-Ireland-Wright Phillips non ne azzecca una che sia una, vanificando il duro lavoro del povero Jo, lasciato solo a combattere duri corpo a corpo contro gli scorbutici difensori olandesi.

Alla ripresa delle ostilità si capisce che Mark Hughes deve aver alzato un po’ la voce coi suoi. Riprende asfissiante il nostro pressing e, soprattutto, sale finalmente in cattedra Sua Maestà Robson De Sousa, in arte Robinho. Il City Of Manchester e noi, attenti telespettatori di Sportitalia che seguiamo tesi come corde di violino l’evolversi della gara, andiamo in estasi al minuto 56.
Il nostro eroe si apposta come una poiana a caccia di cibo per i suoi piccolini (NB: Enzo Jannacci, dove sei?) sul lato sinistro dell’area di rigore del Twente e, d’incanto, inventa un meraviglioso destro a mezz’altezza a rientrare che va a morire nell’angolo opposto della porta sotto il North Stand. Eccezionale!
Il gol del vantaggio dà la carica ai nostri Citizens e, sorpresa fra le sorprese, a realizzare il terzo gol è un reaparecido di cui avevamo perso le tracce dai tempi di Sven Goran Eriksson. Benjani Muharuwaru era rimasto ai box da metà luglio causa un grave infortunio al ginocchio sinistro. Appena entrato da due minuti al posto di un Jo generosissimo ma inconcludente, conclude con un rasoterra dal limite una ripartenza bruciante di Ireland: 3-1 che pare il timbro definitivo sulla nostra vittoria e invece …

Nemmeno dieci minuti e, sul solito calcio d’angolo dalla destra, Hart e soci si esibiscono nel solito balletto degli equivoci che, nella costernazione generale, si conclude col gol che riaccende di nuovo la gara: 3-2! Elano rileva Vassell (buon rientro anche il suo!) mentre, dagli spalti, tifosi dell’una e dell’altra parte incitano a gran voce i propri beniamini.
Sarà un tranquillo finale di partita di paura, con due pali interni colpiti da Sua Maestà Robinho a portiere battuto. Da museo degli orrori calcistici, a 4 minuti dal fischio finale, il modo in cui la nostra difesa si apre al solito assalto dalla sinistra del solito furetto Elia. Buco io che buchi tu, la sfera arriva comoda comoda sul piede non certo vellutato di un certo Huysegems. Un lunghissimo istante di terrore s’impadronisce dei nostri cuori e … voilà, tiro completamente sballato e pericolo fortunatamente scampato!
Finisce così una partita d’altri tempi dove, nel nostro City, emergono chiaramente una cronica incapacità a difendere bene e, per contro, una notevole varietà di schemi offensivi. D’altra parte il buon Sheik Mansour ci ha comprato Sua Maestà Robinho proprio per questo: vero, amici?

mercoledì 5 novembre 2008

21 ANNI FA A MAINE ROAD ...




15 agosto 1987, Maine Road, tempio oggi demolito del Manchester City: la fervida fantasia di un nostro grande tifoso inventore di giocattoli, tale Allen Busby, crea l'oggetto simbolo del fan inglese in cerca di redenzione dalla terribile accusa di hooliganismo.
E' una banana gonfiabile di 7 metri circa di diametro. Allen e il suo amico Mike Clarke riescono non si sa come a fare fessi gli occhiuti poliziotti e il servizio d'ordine del City: l'Inflatable Banana, la prima della storia del nuovo tifo britannico, diventerà leggenda!
Allen e Mike scattano foto di quella storica giornata col pubblico dapprima choccato, poi incuriosito, alla fine esaltato da quella magica apparizione. Vecchi, donne e bambini non guarderanno tanto l'esordio casalingo in 1st Division degli Skyblues contro il Plymouth Argyle. Nemmeno Helen The Bell, la mitica nonna capopopolo dei Blues di Manchester, saprà resistere al fascino di quel nuovo oggetto di culto. Risate e grandi bevute di birra per celebrare il battesimo della bananona gonfiabile, di cui qualcuno vedrà una raccapricciante rassomiglianza col piede sinistro del nuovo acquisto di quel City: l'attaccante oriundo ungherese Imre Varadi.
Al termine Allen e Mike, naturalmente, furono portati in trionfo con la loro bella invenzione!
Presto i negozietti di articoli per i tifosi saranno sommersi dalle ordinazioni di Inflatable Bananas: piccole, medie o grandi, finiranno per occupare i settori più caldi del tifo di altri club inglesi, come il Charlton, il West Ham e il West Bromwich Albion.
Partirà proprio quel ferragosto di 21 anni fa il declino di quel tifo violento che ha contraddistinto per decenni il supporter britannico con quel brutto nome: hooligan. Non è un caso che sia stato proprio uno di noi, Citizen dalla testa ai piedi, appartenente alla più pacifica, colorita ed affezionata tifoseria del Regno Unito, ad averlo inventato. Quindi, alla vigilia dell’esordio europeo del City di Robinho e Richards contro gli olandesi del Twente (diretta TV su Sportitalia giovedì dalle 20,45), lode e gratitudine eterna ad Allen e Mike!

lunedì 3 novembre 2008

BOLTON-CITY 2-0: ALTRA BATOSTA!



Un City davvero dimesso quello che ha perso meritatamente il derby della Greater Manchester contro il Bolton! E' stato un altro 0-2 senza attenuanti al termine di una prestazione a tratti sconcertante degli undici scelti da Mark Hughes per questa trasferta. Lascia sempre più perplessi in noi tifosi la sua scelta di accantonare fra le riserve Ball e Garrido, due mancini pieni dal rendimento finora non così disprezzabile, per puntare sul talentuoso Micah Richards come nuovo terzino sinistro. Reparto difensivo incerto, centrocampo che ha perso lo smalto di certe grandi prestazioni casalinghe, attacco semplicemente inesistente: la zona retrocessione non è poi così lontana, caro Mr Hughes! Ciliegina finale sulla torta un altro imbarazzante autogol del povero capitano Dunne. Mamma mia, che brutto momento stiamo passando! Ora non ci resta che voltare pagina al più presto e, ignorando volutamente le voci allettanti di grandissimi colpi di mercato a gennaio, augurarci un pronto rilancio nella prima gara del girone europeo di Coppa UEFA.