26 giugno 2003, stadio Gerland di Lione, si gioca l'attesa semifinale di Confederations Cup fra le nazionali di Colombia e Camerun. Davanti ai suoi ex tifosi dell'Olympique Lyonnaise si sta battendo gagliardamente come sempre Marc Vivien Foe, 28enne centrocampista del nostro Man City.
Suo è stato l'ultimo storico gol realizzato nel nostro glorioso tempio di Maine Road. Per lui, autentico gentiluomo in campo e fuori, l'esultanza più genuina del North Stand, dei fratelloni Gallagher, impazziti di gioia in tribuna, e di tutta la parte azzurro cielo di Manchester. Marco, come lo chiamavano il nostro manager di allora "King" Kevin Keegan e i suoi compagni di squadra, aveva appena aiutato con 35 presenze e 9 reti il nostro club a tornare in Premier dopo un triennio davvero difficile.
E' il 72° minuto quando, improvvisamente, scoppia il dramma. Foe s'accascia, come fulminato, sul terreno di gioco: il suo povero cuore matto, come si seppe qualche giorno dopo la tragica morte, lo aveva tradito esattamente allo stesso modo in cui tradì, molti anni prima, il povero centrocampista del Perugia Renato Curi.
"Un leone non muore mai: dorme!" Così con questo striscione, nella finalissima giocata a Parigi tre giorni dopo, i supporters africani avrebbero manifestato il loro immenso dolore.
Marco era un grande ambasciatore del suo Camerun all'estero da quando, con la sua nazionale, aveva vinto nel 2002 la prestigiosissima Coppa d'Africa. Facendo la questua presso i suoi compagni di squadra europei, il povero Foe è riuscito a salvare dalla miseria più nera moltissimi suoi connazionali.
Paolo Di Canio giocò con lui un anno al West Ham ai tempi di Harry Redknapp manager. Proprio oggi ha ricordato ai media italiani la sua grande amicizia con lo sfortunato atleta africano e lo sconforto nell'apprendere la notizia della sua tragica fine quel maledetto 26 giugno di cinque anni or sono.
Foe continua a vivere nei nostri cuori di vecchi tifosi tenacemente legati alla tradizione che vuole il nostro amato City perennemente perseguitato dalla sfortuna. Che fare per mantenere più vivo il suo ricordo? Basta cliccare sul sito della fondazione nata dopo la sua scomparsa: http://www.marcvivienfoe.org . Vi prego, fate un'offerta: Marco, il Leone dormiente del Camerun e del Man City, vi sorriderà amabilmente da Lassù!
E' il 72° minuto quando, improvvisamente, scoppia il dramma. Foe s'accascia, come fulminato, sul terreno di gioco: il suo povero cuore matto, come si seppe qualche giorno dopo la tragica morte, lo aveva tradito esattamente allo stesso modo in cui tradì, molti anni prima, il povero centrocampista del Perugia Renato Curi.
"Un leone non muore mai: dorme!" Così con questo striscione, nella finalissima giocata a Parigi tre giorni dopo, i supporters africani avrebbero manifestato il loro immenso dolore.
Marco era un grande ambasciatore del suo Camerun all'estero da quando, con la sua nazionale, aveva vinto nel 2002 la prestigiosissima Coppa d'Africa. Facendo la questua presso i suoi compagni di squadra europei, il povero Foe è riuscito a salvare dalla miseria più nera moltissimi suoi connazionali.
Paolo Di Canio giocò con lui un anno al West Ham ai tempi di Harry Redknapp manager. Proprio oggi ha ricordato ai media italiani la sua grande amicizia con lo sfortunato atleta africano e lo sconforto nell'apprendere la notizia della sua tragica fine quel maledetto 26 giugno di cinque anni or sono.
Foe continua a vivere nei nostri cuori di vecchi tifosi tenacemente legati alla tradizione che vuole il nostro amato City perennemente perseguitato dalla sfortuna. Che fare per mantenere più vivo il suo ricordo? Basta cliccare sul sito della fondazione nata dopo la sua scomparsa: http://www.marcvivienfoe.org . Vi prego, fate un'offerta: Marco, il Leone dormiente del Camerun e del Man City, vi sorriderà amabilmente da Lassù!
2 commenti:
sono un ragazzo di genova affascinato dalla storia e dal blasone del manchester city. si può avere il testo di blue moon?
Ciao Renato,ricordo bene quel giorno lionese,stavo proprio vedendo la partita..e altrettanto bene ricordo il goal di Foè con cui il Maine Road e un altro pezzo del mio adorato Archibald chiuse i battenti e andò distrutto...
Era davvero una gran persona ed un ottimo giocatore..diga di centrocampo con ottime incursioni in zona goal..RIP Vivien
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