Portsmouth-City, 20° del primo tempo. I Pompey, incitati dal tifo assordante del piccolo Fratton Park, costruiscono una nitida palla gol nel cuore della nostra area. Il giovane talento croato Nicola Kranijcar si è già voltato per esplodere quello che potrebbe essere il tiro vincente alle spalle di Joe Lion-Hart quand'ecco che, nello scintillio della sua feroce applicazione agonistica, il nostro capitano Richard Dunne compie uno dei più significativi gesti tecnici della stagione. Un tackle feroce ma correttissimo in ispirata nasconde letteralmente la sfera all'avversario che si ritrova, sorpreso come un pinguino all'equatore, a calciare l'aria umidiccia del Sud dell'Inghilterra. Lo spicchio di curva là dietro, quello che ospita i Citizens, si anima all'improvviso e parte un ooohhh di ammirazione incontenibile per il coraggioso stopper irlandese. Ma cosa c'è dietro questo suo ennesimo attestato di classe? Pochi ricordano che il capitano, uno dei tanti acquisti della gestione di King Kev, fece molta fatica ad inserirsi nel City d'inizio secolo. Fu così che quei suoi occhi dal colore limpido dell'whiskey intristirono giorno dopo giorno e Dunne divenne cliente fisso di alcuni pubs del centro di Manchester. I tifosi scuotevano la testa quando lo vedevano accomodarsi sempre più spesso in panchina nel vecchio Main Road: insomma, Dunne sarebbe stato una meteora nel firmamento del City se in lui non avesse creduto un altro grande difensore, nazionale inglese, subentrato a Keegan nell'ultimo periodo di vacche magre della storia del club. Stuart Pearce, a detta di molti fedelissimi del North Stand, credette ciecamente nell'uomo prima ancora che nel calciatore. A lui siamo debitori della sua resurrezione agonistica: oh capitano, mio capitano, avrai pensato subito dopo quel tackle a Fratton Park al tuo grintoso ex manager con riconoscenza, vero?
martedì 13 novembre 2007
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2 commenti:
Che giocatore Dunne..Con Distin come la vedevi come coppia? Xò Richards è un fenomeno...
Beh, Distin aveva molto talento ma difettava di concentrazione al punto che per molti tifosi è stata una liberazione sapere che voleva andarsene. Classico parigino tutto d'un pezzo, cioè pieno di pretese economiche ma poco propenso ai sacrifici, Sylvain è per me un ottimo difensore centrale, ma non all'altezza di Richards e di Dunne.
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