mercoledì 3 settembre 2008

ALEX: SCEICCHI AL CITY? ECCO PERCHE'!



Ricevo dall'amico e collega Alex Mariani, come me legatissimo al Manchester City e alle sue vicende, un ulteriore approfondimento sul recente pasaggio di proprietà del nostro club preferito:

Da grande tifoso appassionato, ma dall'occhio critico e obiettivo come deve essere quello di un giornalista, ho seguito particolarmente da vicino e con grande attenzione l'evolversi di questo take-over. I mass media hanno dato grande risalto alla notizia dell'acquisto del Manchester City da parte dell'Abu Dhabi United Group (ADUG), emanazione del fondo d'investimento della famiglia reale (ADIA), il secondo più grande al mondo dopo la Bank of Japan. Solo questo fa intendere l'enorme se non smisurata capacità finanziaria che questo gruppo può esercitare!

L'architetto dell'operazione che riguarda il nostro City è lo sceicco Mansour Bin Zayed Al Nayhan, campione d'endurance ippica, ministro nel governo degli Emirati arabi presieduto dal fratello, sceicco Khalifa. Presidente della First Gulf Bank e di varie società d'investimento, ha sposato una figlia dello sceicco del Dubai, Mohammed Al-Maktoum. Mansour ha delegato la gestione del City a Sulaiman Al-Fahim, 31 anni, uomo d'affari molto noto nel mondo arabo. Non vorrei soffermarmi solo sull'aspetto "mercenario" dell'operazione che in tanti hanno sottolineato, forse con un pizzico d'invidia, ma soprattutto sul clamoroso ritorno di immagine che tale manovra ha portato al già ricco calcio inglese. Uno schiaffo non solo a paperon Abramovic che si è visto soffiare Robinho in extremis (e chissà che coppia avrebbe composto con Berbatov, se il bulgaro non avesse preferito gli odiati rags...) ma indirettamente a tutto il calcio europeo.

Mi riferisco in particolare al calcio italiano che è già stato attaccato in tempi non sospetti dal Times. Signori, ma ci siamo mai rivolti domande sul perchè il nostro calcio è sempre in secondo piano, perchè ricchi investitori stranieri e/o miliardari arabi non si interessano ad una squadra nostrana, se non casi di piccoli imprenditori millantatori o cordate di stampo mafioso (vedi la Lazio)? Le risposte sono tante, ovvie, scontate e anche banali, basta vedere quello che è successo domenica a Roma e le condizioni in cui si trovano i nostri fatiscenti stadi. Non c'è programmazione, questo è il punto, per non parlare di cultura sportiva, leggi severe.

In Inghilterra sono decisamente più avanti, non lo scopriamo certo oggi, e quindi ben vengano miliardari arabi che credano in un progetto e siano soprattutto ambiziosi. Io non penso che ci troviamo di fronte a dei mercenari, ma sono solo a dei semplici viziati che non sanno come investire montagne di petroldollari.

Il calcio, d'altronde è un gioco. Loro, come noi tifosi, sognano una squadra galattica, come ha spiegato bene la Gazzetta con un articolo dettagliato: "Vogliamo i più grandi giocatori in attività - proclama Al-Fahim -. Cristiano Ronaldo ha detto di voler giocare nel più grande club del mondo: il City lo diventerà presto, più del Manchester United e del Madrid". Buffon in porta, poi Sergio Ramos, Cannavaro, Ferdinand, Abidal, Gerrard, Kakà, Messi, Torres, Villa. Per 650 milioni di euro. Un "dream team" dove Robinho rischia la panchina". Gazzetta docet. Sognare d'altronde, non costa nulla, soprattutto a noi tifosi..

c'mon city forever - Alex

4 commenti:

RENATO BARNEY ha detto...

Una sola considerazione, caro Alex: gli arabi non hanno mai avuto la fama degli spendaccioni nè credo vogliano smentirsi ora con questo faraonico investimento nel nostro club! Il calcio per loro è un'industria da cui sono convinti di trarre, a medio o a lungo termine, parecchi utili. Noi due abbiamo visto bene l'immensa area che circonda il centralissimo City Of Manchester. Ecco, io credo che solo un gruppo con i loro mezzi inesauribili saprà trarre profitto dall'urbanizzazione progressiva di quella zona! Il gioco del calcio sarà la migliore pubblicità per questo loro investimento, vedrai!
Blue Moon, Blue Power! RENATO

Anonimo ha detto...

Cari amici,
condivido buona parte dei sentimenti e dei concetti che hanno animato l'intervento di alcuni scettici circa l'arrivo degli arabi, ciò nonostante rivendico la mia "appartenenza" al City da molto tempo prima che alla nostra gloriosa squadra si interessassero questi figuri. Non ho anteposto loschi, ma ho una mia opinione ben precisa a questo proposito: del resto, non mi sembra che gli altri proprietari di squadre di calcio siano molto meglio, né in Inghilterra, né tantomeno in Italia. Qualcuno vede soldi puliti nelle big (e non solo) d'Europa, Italia compresa? Forse alla mia Atalanta...
Comunque, proprio perché sono tifoso da un po', sotto certi aspetti considerò il City più "mio", e di tanti altri tifosi moooolto più storici e leggendari di me, che non "loro", indipendentemente dal fatto che si tratti del bandito thailandese o degli emiri che arrivano con i loro petroldollari. Le ultime trasferte in terra inglese le ho appositamente affrontate con maglie Blue "datate": non voglio darmi troppa importanza, ma sono arrivato prima io dell'eventuale monnezza finanziaria, e prima di me tifosi che seguono il City da decenni. Lorsignori con il portafoglio debordante, ovviamente, oltre che di calcio non sanno niente nemmeno di City: non sanno chi è Antoine Sibierski, rattone della recente storia Blue che mi è toccato persino veder giocare (giocare?!?!?) dal vivo. Che ne sanno delle stagioni in cui i tifosi Citizens si "lustravano gli occhi" con David Sommeil (a proposito, buona guarigione dopo il coccolone)? Ecco, io so chi sono Sibierski e Sommeil: ero Blue anche quando si mangiava pane e cipolla, come dice giustamente Renato. Il tutto per non andare troppo indietro con gli anni. In fondo, non credo che i due sopracitati siano più "attaccati alla maglia" di Robinho o Jo. Quanti ce ne sono in giro di giocatori di "provincia" ormai, nel calcio moderno? Di tipi alla Goater? Come si dice dalle mie parti, in Bergamasca, gnà ü... O meglio, pochissimi.
Concludo per non tediarvi. La nuova proprietà non mi entusiasma come non mi entusiasmava quella precedente: gente che ti mastica, magari illudendoti con Robinho (comprato con gli spiccioli che perdono dalle tasche: poveracci...), e poi ti sputa in mezzo a una strada. Altro che Babbo Natale: io sono preoccupato. Ma qualsiasi sarà la fine del City dopo che saranno passati questi avventurieri (anche se rischio di passare per pessimista alla luce dei recenti colpi di mercato), io andrò sempre a vederlo, anche nei campionati regionali!!! E molti sanno, come me, che vedere una partita del City in trasferta nel settore ospiti, in mezzo ai mancunian, è qualcosa di fantastico che di sicuro non cambierà. Per me solo questo conta.

citizen76 ha detto...

Per me conta SOLO essere veramente del City, e non tiriamo fuori gli aneddoti e le crociate che sono ormai per noi piatto quotidiano come le "imprese" che sono state fatte non solo da Sommeil, ma da tanti altri a cominciare (episodio comandando) dal poro Alfie e dal resto delle gloriose formazioni che hanno molto da rivendicare, ma purtroppo poco da festeggiare(traguardi ufficiali raggiunti parlando)..
Conta essere del City, e esserlo, perlomeno adesso, non vuol dire andare a rivangare vecchi episodi che ci hanno reso orgogliosi(e che comunque sempre ci renderanno), vuol dire guardare dritto e tuffarsi nella nostra futura realtà, realtà che a noi è sconosciuta, ed essendo sempre stati la squadra più snobbata di Manchester ci meritiamo di vivere.
Pensiamo positivo, non rimembriamo sconvenienti, seppur orgogliose situazioni!
EUGUAGLIAMO COLIN E MIKE!
ANZI, "SUPERIAMOLI" (Per quanto possibile..)

I'M CITY 'TIL I DIE!

Anonimo ha detto...

Cercherò di farmi trascinare dal tuo ottimismo, caro Citizen76. Le mie considerazioni erano dettate dal fatto, su cui anche tu concordi, che questa è per noi una situazione del tutto inedita. E se mi permetti un'opinione, non del tutto esente da rischi. Comunque vedremo, non ho pregiudizi di sorta: il City merita il meglio, mi auguro che questi arabi lo siano effettivamente. E non fraintendermi: ci mancherebbe che preferisca vedere giocare Sibierski piuttosto che Robinho. Quanto alla rievocazione di episodi del passato, non volevano essere uno screditamento del presente a prescindere, né uno sterile esercizio di malinconia, bensì l'auspicio che non vengano dimenticate certe radici con l'avvento del nuovo corso. Per concludere lasciami confermare quanto tu stesso dici: sono sempre orgoglioso del nostro passato, per cui rivangarlo con questo spirito non fa mai male.
Spero di essere stato più esauriente